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Stabilimenti penitenziari svizzeri sotto la lente

Terza visita in Svizzera del Comitato contro la tortura

Una delegazione di cinque membri del "Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti" giungerà in Svizzera il 5 febbraio. La visita durerà circa dieci giorni.

Il Comitato, accompagnato da esperti e interpreti, visita persone che sono private della libertà sulla base di una decisione dell'autorità. Può trattarsi di persone condannate a una pena privativa della libertà sulla base del Codice penale, in detenzione preventiva, o detenute in applicazione del diritto civile, amministrativo o penale militare. Il Comitato è autorizzato a intrattenersi senza testimoni con i detenuti. Esso rende noti gli stabilimenti che intende visitare soltanto nei giorni che precedono la visita.

Il Comitato fonda la sua attività sulla "Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti", che è stata realizzata su iniziativa della Svizzera. La Convenzione è stata ratificata dai 41 Stati membri del Consiglio d'Europa; in Svizzera è entrata in vigore il 1° febbraio 1989. Il Comitato contro la tortura, che è composto di giuristi, medici, specialisti in materia di esecuzione delle pene e di altri esperti, ha sede a Strasburgo. A titolo indipendente, organizza regolari visite negli Stati membri; in Svizzera era già stato nel 1991 e nel 1996.

Al termine della visita, il Comitato redige all'attenzione del Consiglio federale un rapporto sulla situazione constatata negli stabilimenti penitenziari dove si è recato. Può inserirvi anche raccomandazioni intese a migliorare le condizioni di detenzione. Il Comitato non vuole rivestire il ruolo di accusatore; auspica, al contrario, di migliorare, laddove necessario, le condizioni di detenzione degli Stati visitati grazie a una proficua collaborazione con le loro autorità competenti. Nella misura in cui il Governo stesso dello Stato visitato non chieda che sia pubblicato, il suo rapporto rimane quindi per principio confidenziale.

Berna, 26 gennaio 2001

Altre informazioni:

Priska Schürmann, capo Sezione Esecuzione delle pene e delle misure presso l'Ufficio federale di giustizia, tel. 031 322 41 71