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Presa di posizione del capo delle Forze terrestri

3003 Berna, 8 gennaio 2001

Ai media

Presa di posizione del capo delle Forze terrestri

In relazione ai resoconti dei media di questi ultimi giorni, il capo delle
Forze terrestri, comandante di corpo Jacques Dousse (52) prende posizione
come segue:

«Nelle mie dichiarazioni sull'iniziativa «Si all'Europa», non ho fatto
alcuna propaganda in favore o contro questa iniziativa e non ho deviato
dalla linea del Consiglio federale e del Parlamento. Il predominio della
politica sull'esercito è una realtà che rispetto.
« I fatti sono chiari. Venerdì scorso, ho semplicemente adempito a un
compito che incombe anche al capo delle Forze terrestri, quello cioè di
informare direttamente degli ufficiali. In occasione del rapporto annuale
del reggimento d'informazione 1, a cui appartengono tra l'altro numerosi
giornalisti  rinomati, ho spiegato perché l'anno 2001, in ambito militare,
sarà l'anno della decisione. Un anno decisivo perché dei referendum contro
la revisione parziale della legge militare potrebbero venir approvati. Ho
indicato in particolare l'aspetto dell'armamento dei soldati svizzeri della
pace impiegati all'estero. In questo contesto ho spiegato che il risultato
della votazione popolare all'iniziativa 'Si all'Europa' potrebbe
ripercuotersi sulla votazione concernente la revisione parziale della legge
militare. E' esatto, e l'ho chiaramente detto, che un «sì» all'iniziativa
«Sì all'Europa» creerebbe delle condizioni favorevoli per l'esercito e la
politica di sicurezza del Consiglio federale. Per contro, un «no» a questa
iniziativa potrebbe rimettere in discussione l'armamento dei soldati
svizzeri della pace all'estero e di riflesso anche una parte della politica
di sicurezza attraverso la cooperazione.  Ho anche asserito che la revisione
parziale della legge militare, per il nostro esercito, rappresenta una
votazione d'importanza capitale per l'orientamento della nostra politica di
sicurezza attraverso la cooperazione.
«Il mio messaggio ai quadri del reggimento d'informazione 1 non è stato
affatto una propaganda a favore dell'iniziativa «Si all'Europa» da parte di
un ufficiale generale in uniforme. Non è stato stabilito alcun nesso tra la
politica di sicurezza della Confederazione e un'adesione della Svizzera all'
Europa, tanto meno è stato espresso dissenso nei confronti della strategia
del Consiglio federale. Ho semplicemente indicato quali sfide dovrà
fronteggiare l'esercito nel 2001, soprattutto nella prospettiva della
politica di sicurezza attraverso la cooperazione del Consiglio federale,
politica che sostengo e difendo.
«Questo è quanto ho detto, né più né meno.»

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