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Eutanasia/Il CF licenzia il rapporto relativo al postulato Ruffy


Prevista una regolamentazione di legge in materia di eutanasia passiva e di
eutanasia attiva indiretta

Il Consiglio federale licenzia il rapporto relativo al postulato Ruffy

Il Consiglio federale si pronuncia in favore di una esplicita
regolamentazione di legge sull'eutanasia passiva e sull'eutanasia attiva
indiretta. Per contro non intende modificare la disposizione penale
sull'eutanasia attiva diretta, ma ribadisce in proposito la necessità di
sfruttare al massimo le possibilità offerte dalla medicina e dalle cure
palliative. In tal modo il Consiglio federale risponde alla mozione Ruffy,
presentata nel 1994, e trasformata successivamente in postulato.

Il diritto vigente (art. 114 del Codice penale) commina una pena per
l'omicidio su richiesta, vale a dire l'eutanasia attiva diretta. Per contro,
l'eutanasia attiva indiretta non è disciplinata né nel Codice penale, né in
un'altra legge. Vi è eutanasia attiva indiretta quando per lenire le
sofferenze si somministrano sostanze i cui effetti secondari possono ridurre
la durata della sopravvivenza. Il corpo medico ammette questa forma di
eutanasia e la pratica in casi eccezionali. Essa è d'altronde trattata nelle
pertinenti Direttive dell'Accademia svizzera delle scienze mediche. Anche
l'eutanasia passiva, vale a dire la rinuncia a mettere in atto i
provvedimenti necessari al mantenimento in vita o l'interruzione di tali
provvedimenti, è ammessa secondo le citate Direttive e praticata nel nostro
Paese.

Il Consiglio federale segue in tal modo il parere del gruppo di lavoro
"Eutanasia" che raccomanda di disciplinare in una legge queste due forme di
eutanasia (passiva e attiva indiretta). Secondo il Consiglio federale
l'eutanasia concerne la vita e pertanto il bene giuridico supremo. Ne
consegue che la definizione dei limiti fra omicidio lecito e omicidio
illecito spetta al legislatore democraticamente legittimato e non alle
autorità scientifiche mediche. Una chiara legislazione presenterebbe inoltre
il vantaggio di garantire l'uguaglianza giuridica e la certezza del diritto.

L'eutanasia attiva diretta rimane vietata

La medicina ha fatto grandi progressi e l'eutanasia in generale è diventato
un problema della nostra società, di cui si discute apertamente. Si tratta
dunque di adeguare il diritto alla realtà senza tuttavia rimettere in
discussione il divieto dell'eutanasia attiva diretta. Il Consiglio federale,
dopo approfondita valutazione e tenuto conto dei fondamenti cristiani della
nostra società, rinuncia a qualsiasi allegerimento della norma in vigore.

Ovviamente il Consiglio federale ritiene indispensabile poter offrire ai
pazienti incurabili che sono in fin di vita e che chiedono l'eutanasia
attiva diretta i mezzi e le possibilità per lenire le loro sofferenze. È
pertanto d'avviso che sia assolutamente necessario sfruttare tutte le
risorse della medicina e delle cure palliative. Infatti i nuovi metodi di
cura dei pazienti in fin di vita sono ancora relativamente sconosciuti:
devono pertanto essere in ogni caso integrati nel sistema di formazione dei
futuri medici.

Auspicata discussione in sede parlamentare

Mercoledì, il Consiglio federale, che già in gennaio prese atto del rapporto
del gruppo di lavoro "Eutanasia", ha trasmesso il proprio rapporto al
Parlamento come risposta al postulato Ruffy. Nel postulato si chiedeva una
modifica delle disposizioni penali relative all'eutanasia, che tenesse
meglio conto della situazione dei malati incurabili in fin di vita.
Considerata l'importanza della questione, il Consiglio federale auspica che
il dibattito sull'eutanasia si svolga anche davanti al Parlamento.

Berna, 5 luglio 2000

Altre informazioni:
Peter Müller, vicedirettore dell'Ufficio federale di giustizia, tel. 031 322
41 33