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Applicabilità dell´iniziativa "per accelerare la democrazia diretta" alle iniziative pendenti

Informazione orale del vicecancelliere Achille Casanova

Votazione popolare del 12 marzo 2000: Applicabilità dell´iniziativa "per
accelerare la democrazia diretta" alle iniziative popolari pendenti

Durante la conferenza stampa del Consiglio federale sull´iniziativa popolare
"per accelerare la democrazia diretta" è stato chiesto se la normativa da
essa proposta dovrebbe essere applicata anche alle iniziative popolari
presentate sotto il diritto vigente, ma ancora pendenti al momento della sua
eventuale entrata in vigore.

Stamane il Consiglio federale si è pronunciato in merito a tale questione e
risponde affermativamente. L´iniziativa popolare "per accelerare la
democrazia diretta" stabilisce per le iniziative popolari un termine di
trattazione di un anno, con possibilità di proroga di un anno se vi è
l´accordo della maggioranza del comitato d´iniziativa. Nonostante
quest´ultimo non abbia espres-samente disciplinato la questione, il
Consiglio federale ritiene che non vi siano dubbi sul fatto che il termine
di trattazione previsto, ossia al massimo due anni, sia applicabile anche
alle iniziative depositate in precedenza e ancora pendenti.

Non basta tuttavia che il Consiglio federale modifichi la propria posizione,
poiché la questione dei termini di trattazione concerne anche il Parlamento.
Non è certo che le Camere possano definire in modo vincolante la loro
posizione entro la votazione popolare del 12 marzo.

In caso di accettazione dell´iniziativa nella votazione popolare del 12
marzo, oltre a circa cinque progetti che giungerebbero a scadenza ogni anno
in virtù del referendum obbligatorio o facoltativo e a circa cinque nuove
iniziative popolari, occorrerebbe porre in votazione circa trenta iniziative
popolari pendenti. Circa quaranta progetti occuperebbero così il dibattito
politico e gli aventi diritto di voto sarebbero sollecitati in modo
eccessivo. Il Consiglio federale spera che l´iniziativa popolare "per
accelerare la democrazia diretta" sia respinta, affinché al nostro Paese sia
risparmiato un simile "esercizio democratico".

Berna, 16.02.2000