Un passo importante nella lotta internazionale contro l'inquinamento dell'aria e del suolo
COMUNICATO STAMPA
Convenzione sull'inquinamento atmosferico attraverso le frontiere
Un passo importante nella lotta internazionale contro l'inquinamento
dell'aria e del suolo
Ridurre l'acidità dei corsi d'acqua e del suolo, diminuire le immissioni di
azoto nelle acque e nel suolo, limitare la formazione dell'ozono: per
raggiungere questi obiettivi, il 1° dicembre la Svizzera sottoscriverà a
Göteborg un nuovo protocollo aggiuntivo alla Convenzione sull'inquinamento
atmosferico attraverso le frontiere a lunga distanza. L'accordo fissa
nuovi obiettivi di riduzione dello zolfo, degli ossidi d'azoto,
dell'ammoniaca e dei composti organici volatili (COV) per l'Europa, il
Canada e gli Stati Uniti. Soprattutto in Ticino, dove si registra un
elevato tasso d'inquinamento atmosferico transfrontaliero, la situazione
potrebbe notevolmente migliorare.
Vent'anni fa, a Ginevra, la firma della Convenzione sull'inquinamento
atmosferico attraverso le frontiere a lunga distanza, ha segnato l'inizio
dell'intervento comune contro l'inquinamento dell'aria a livello
internazionale. Questa convenzione della Commissione economica per
l'Europa delle Nazioni Unite (ECE/ONU) riunisce attualmente 44 Parti:
l'Europa - e tutti i Paesi dell'Est - il Canada e gli Stati Uniti. Il
documento è stato completato da sette protocolli, che hanno permesso di
migliorare la qualità dell'aria, in particolare in Europa.
L'ottavo protocollo relativo alla riduzione dell'acidificazione,
dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico è dedicato agli effetti più
importanti dell'inquinamento atmosferico a livello globale.
L'acidificazione dell'acqua e del suolo ha effetti nocivi sui pesci e
sull'equilibrio degli ecosistemi. Questo fenomeno colpisce in modo
particolare le Alpi, la Scozia e la Scandinavia.
L'eutrofizzazione, ossia l'eccessivo apporto di azoto, indebolisce gli
ecosistemi sensibili (ad esempio le torbiere alte), riduce la resistenza
della vegetazione (p. es. del bosco) e inquina le acque sotterranee.
La formazione di ozono a bassa quota (ozono troposferico) ha effetti nocivi
sulla nostra salute (irritazioni agli occhi e alla gola, difficoltà di
respirazione) e riduce la crescita delle piante.
Tali fenomeni vengono provocati dalle stesse sostanze nocive, sia
singolarmente che in combinazione: lo zolfo (emesso dagli impianti di
riscaldamento e dai motori diesel), gli ossidi d'azoto (traffico, impianti
di riscaldamento e industrie), l'ammoniaca (agricoltura) e i composti
organici volatili (solventi e idrocarburi). Il nuovo protocollo fissa
quindi obiettivi di riduzione per questi quattro inquinanti, per ogni
Paese che ha sottoscritto la Convenzione.
Per la Svizzera, tali riduzioni corrispondono al 40% rispetto al 1990 per
il diossido di zolfo, al 52% per gli ossidi d'azoto, al 13% per
l'ammoniaca e al 51% per i COV. Tali obiettivi dovranno essere raggiunti
entro l'anno 2010. Comporteranno un sensibile miglioramento della
protezione degli ecosistemi sensibili e della salute umana: le superfici
che soffrono di un'eccessiva acidificazione passeranno dal 41 al 4%,
mentre quelle che registrano un eccessivo apporto di azoto dal 92 al 77%.
Le riduzioni delle emissioni di ossidi d'azoto e di COV comporteranno
anche una diminuzione della formazione d'ozono a bassa quota.
La Svizzera dovrebbe riuscire a rispettare questi impegni grazie alle
misure di lotta contro l'inquinamento atmosferico già adottate o previste
in un prossimo futuro: tassa sul traffico pesante commisurata alle
prestazioni, trasferimento del traffico dalla strada alla ferrovia,
politica agricola 2002, tasse d'incentivazione per i COV, nuove
disposizioni tecniche in conformità con l'Unione europea.
Effetti benefici anche oltre frontiera
Stando agli obiettivi definiti dal Protocollo, entro il 2010 in Europa le
emissioni dovrebbero diminuire del 63% per il diossido di zolfo, del 41%
per gli ossidi d'azoto, del 40% per i COV e del 17% per l'ammoniaca. Gli
sforzi intrapresi dagli Stati confinanti si ripercuoteranno positivamente
anche sul nostro Paese. Grazie all'intervento comune a livello europeo,
gli effetti dell'inquinamento ad opera dell'ozono potrebbero diminuire in
Svizzera del 90% circa per la popolazione e del 50% circa per la
vegetazione. Il Ticino, che registra un tasso d'inquinamento atmosferico
molto elevato, potrebbe assistere in modo particolare a un netto
miglioramento della sua situazione.
Berna, 17 novembre 1999
DATEC Dipartimento federale dell'ambiente,
dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni
Servizio stampa
Informazioni
Richard Ballaman, sezione Studi di base, divisione Protezione dell'aria,
Ufficio federale dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP),
tel. 031 322 64 96
Ulteriori informazioni su Internet: http: //www.unece.org/env/lrtap
Allegati
Scheda informativa 1: Protocollo relativo alla riduzione
dell'acidificazione, dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico
Scheda informativa 2: Convenzione ECE/ONU sull'inquinamento atmosferico
attraverso le frontiere a lunga distanza
Scheda informativa 1
Spiegazioni riguardante il protocollo relativo alla riduzione
dell'acidificazione, dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico
Nonostante i costanti miglioramenti in materia di riduzione delle emissioni
di sostanze nocive registrati negli scorsi anni in Svizzera e in altri
Paesi, le conseguenze dell'inquinamento atmosferico rimangono
preoccupanti. I problemi legati al fenomeno della deposizione e alle
concentrazioni eccessive di ozono non possono essere risolti
esclusivamente attraverso misure adottate sul piano nazionale. La Svizzera
ha quindi partecipato attivamente all'elaborazione di una strategia
integrata di riduzione delle sostanze inquinanti. In particolare, ha
collaborato con gli altri Paesi alpini che conoscono una problematica
identica dovuta alla particolare sensibilità dell'arco alpino nei
confronti delle emissioni di inquinanti acidificanti ed eutrofizzanti. I
contributi svizzeri hanno chiaramente dimostrato che le soglie critiche
per le foreste, le colture agricole e i laghi alpini in moltissimi casi
sono state superate, talvolta anche in maniera massiccia.
Modelli di simulazione computerizzati che tengono conto dell'origine e dei
recettori dell'inquinamento hanno permesso di ottimizzare le misure di
riduzione delle emissioni. Obiettivo dello studio: aumentare l'efficacia
degli interventi e minimizzare i costi. Visto che le stesse sostanze
inquinanti (zolfo, ossidi d'azoto e ammoniaca) possono provocare diversi
effetti nocivi che compromettono contemporaneamente la salute umana, la
vegetazione e il suolo, era necessario un approccio integrato per
ottimizzare i tassi di riduzione delle emissioni.
Entro il 2010 sono previste riduzioni significative delle emissioni
Considerata la sensibilità variabile degli ecosistemi e la diversa
intensità delle emissioni nei vari Paesi, sono state fissate delle
percentuali di riduzione adeguate ad ogni Paese. Così alcuni Stati devono
ridurre maggiormente le loro emissioni di zolfo, mentre altri devono
concentrare i loro sforzi piuttosto verso una riduzione degli ossidi
d'azoto o dell'ammoniaca.
Per la Svizzera, i quantitativi massimi di emissione da raggiungere entro
il 2010 sono pari a 26'000 tonnellate per il biossido di zolfo (il che
equivale a una riduzione del 40% rispetto al 1990), 79'000 tonnellate per
gli ossidi d'azoto (riduzione del 52%), 63'000 tonnellate per l'ammoniaca
(riduzione del 13%) e 144'000 tonnellate per i composti organici volatili
(riduzione del 51%).
Per raggiungere questi livelli d'emissione, ogni Parte è tenuta ad
applicare le migliori tecnologie disponibili. Valori limite d'emissione
saranno applicati, secondo un calendario prestabilito, alle grandi fonti
stazionarie e alle nuove fonti mobili. Saranno inoltre adottate misure per
ridurre le emissioni di ammoniaca provenienti dall'agricoltura.
Al termine di questo processo, l'Europa dovrebbe registrare una diminuzione
del 90% degli eccessi di acidificazione. Per l'eutrofizzazione, i
risultati saranno meno spettacolari (riduzione del 16%). Questa differenza
è dovuta all'anteriorità delle misure di riduzione dello zolfo (il
maggiore responsabile dell'acidificazione), mentre gli interventi di
riduzione delle emissioni di ossidi d'azoto e di ammoniaca a livello
internazionale sono piuttosto recenti. Per l'ozono, in Svizzera gli
obiettivi di riduzione del 90% circa del carico inquinante che provoca
danni alla popolazione e del 50% circa del carico nocivo per la
vegetazione dovrebbero essere raggiunti grazie alle riduzioni delle
emissioni degli inquinanti precursori previste per l'insieme dell'Europa.
Scheda informativa 2
Convenzione ECE/ONU sull'inquinamento atmosferico attraverso le frontiere a
lunga distanza
Detta Convenzione è stata firmata nel 1979 a Ginevra da 32 Paesi e dalla
Comunità europea, in occasione della Conferenza dei ministri dell'ambiente
degli Stati membri della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni
Unite (ECE/ONU). Finora è stata ratificata da 44 Paesi, tra cui la
Svizzera (6 maggio 1983). La Convenzione è entrata in vigore il 16 marzo
1983.
Nel frattempo sono stati elaborati sette protocolli aggiuntivi:
· il Protocollo EMEP relativo al finanziamento a lungo termine del
Programma concertato di sorveglianza continua e di valutazione del
trasporto a lunga distanza degli inquinanti atmosferici in Europa (Ginevra
1984);
· il Protocollo relativo alla riduzione del 30% delle emissioni di zolfo
(Helsinki 1985);
· il Protocollo relativo alla stabilizzazione delle emissioni di ossidi
d'azoto (Sofia 1988);
· il Protocollo relativo alla riduzione del 30% delle emissioni di composti
organici volatili
(Ginevra 1991);
· il Protocollo relativo a un'ulteriore riduzione delle emissioni di zolfo
(Oslo 1994);
· il Protocollo relativo agli inquinanti organici persistenti (Aarhus
1998);
· il Protocollo relativo ai metalli pesanti (Aarhus 1998).
La Svizzera ha ratificato i primi cinque Protocolli e sta preparando la
ratificazione dei due Protocolli più recenti.
Un nuovo Protocollo relativo alla riduzione dell'acidificazione,
dell'eutrofizzazione e dell'ozono troposferico è stato elaborato negli
scorsi anni. Ora è pronto per essere sottoscritto dalle Parti il 30
novembre prossimo a Göteborg (Svezia) in occasione di una sessione
straordinaria dell'Organo esecutivo della Convenzione di Ginevra, che si
terrà a livello ministeriale. Questo documento sarà probabilmente firmato
da una trentina di Stati, oltre che dagli Stati Uniti, dal Canada e
dall'Unione europea. L'ottavo Protocollo costituisce una nuova tappa
essenziale verso la risoluzione del problema dell'inquinamento atmosferico
sul territorio dell'ECE/ONU.