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Per il rimpatrio nel Kosovo - contro la criminalità organizzata, la migrazione illegale e

Per il rimpatrio nel Kosovo - contro la criminalità organizzata, la
migrazione illegale e i passatori

La consigliera federale Metzler incontra sul Bürgenstock i ministri
degli Interni dei cinque Paesi confinanti con la Svizzera

La Svizzera e gli Stati con essa confinanti sono concordi nel ritenere
che il rimpatrio volontario dei rifugiati del Kosovo sia assolutamente
prioritario e che vada favorito con vari provvedimenti come per esempio
gli aiuti al rientro. Queste le conclusioni alle quali sono pervenuti
giovedì i ministri degli Interni di Germania, Austria, Francia, Italia e
del Principato del Liechtenstein, riuniti da mercoledì a venerdì sul
Bürgenstock sotto la presidenza della consigliera federale Ruth
Metzler-Arnold per consultarsi su problemi riguardanti la politica in
materia d'asilo e di visti e la collaborazione in materia di polizia.
Erano presenti i ministri degli Interni competenti nei rispettivi Paesi
in materia d'asilo, stranieri e polizia, nelle persone di Otto Schily
(Germania), Karl Schlögl (Austria), Rosa Russo Jervolino (Italia),
Michael Ritter (Principato del Liechtenstein) e, in vece del ministro
francese degli Interni Jean-Pierre Chevènement, il segretario di Stato
Jean-Jack Queyranne.

La politica in materia di rifugiati e d'asilo in primo piano

Nel corso dei colloqui sono stati affrontati in primo luogo temi
inerenti alla politica in materia di asilo, in particolare il rientro
dei rifugiati del Kosovo e il rimpatrio di richiedenti l'asilo respinti
e stranieri senza autorizzazione di soggiorno. I ministri hanno
convenuto che in materia di rimpatrio dei rifugiati kosovari
l'incoraggiamento del ritorno volontario ha priorità assoluta. Affinché
tale rimpatrio volontario possa essere eseguito in modo efficace, è
necessario perfezionare le condizioni quadro a livello internazionale.
Va ad esempio aperto il transito via terra a rientri organizzati e
individuali e l'Albania deve garantire la sicurezza sul suo territorio a
coloro che fanno ritorno al proprio Paese. A tale scopo, vanno coinvolti
nell'accordo di transito multilaterale (Germania, Austria, Ungheria,
Slovenia, Croazia, Svizzera), già in fase di progetto, anche altri
Stati, in particolare l'Italia. I ministri hanno inoltre dibattuto sulle
modalità di migliorare la cooperazione in materia di rimpatri forzati di
richiedenti l'asilo respinti e di immigranti clandestini. Vi è pure
stato pieno accordo sul fatto che occorre assolutamente evitare
incentivi che potrebbero favorire la migrazione dai Balcani. I ministri
dell'UE presenti hanno espresso l'intenzione di raggiungere una
posizione unitaria in merito allo statuto di soggiorno dei
kosovari-albanesi. Si dovrà inoltre esercitare un'influenza sull'ONU al
fine di migliorare l'armamento delle forze di polizia e la protezione
degli altri organi civili degli Stati europei in Kosovo.

Partenariato per l'informazione in materia di lotta alla criminalità

Si è pure discusso della cooperazione transfrontaliera in materia di
polizia, della lotta alla criminalità organizzata e ai passatori. Per
quanto attiene alla cooperazione transfrontaliera in materia di polizia,
i ministri hanno espresso la loro soddisfazione per il fatto che, grazie
ai trattati bilaterali in materia di polizia, gli Stati interessati sono
in procinto di fornire solide basi giuridiche ai settori della lotta
alla criminalità e alla prevenzione dei rischi e di conseguire un netto
miglioramento della situazione. È nell'interesse di tutti gli Stati che
tali trattati possano essere applicati il più presto possibile.

I ministri si sono inoltre trovati d'accordo nel ritenere che
un'informazione ottimale costituisce la premessa essenziale segnatamente
per la lotta alla migrazione illegale e alle diverse modalità di
manifestazione della criminalità organizzata. Pertanto lo scambio
reciproco di informazioni e la valutazione comune della situazione
dovrebbero godere di particolare attenzione.

Nel campo della lotta alla criminalità, si è discusso della questione di
una strategia comune in relazione a determinate forme di criminalità
transfrontaliera. Si è soprattutto trattato di sapere come concentrare
le attività delle autorità nazionali di polizia su determinate
organizzazioni criminali e reati gravi, al fine di conseguire più ampi
successi in materia di polizia criminale.

Entrambi gli obiettivi dovranno essere trattati in un gruppo di lavoro
misto e dovranno essere presentate proposte per l'attuazione di un
partenariato per l'informazione e una lotta alla criminalità meglio
coordinata.

La Svizzera ha accolto con favore il fatto che gli Stati limitrofi
sosterranno il suo desiderio di una collaborazione più stretta con
Europol.

Il problema dei visti

I ministri sono stati informati circa i più recenti sviluppi della
politica e della prassi in materia di visti. In relazione a una più
efficace prevenzione della migrazione illegale, i ministri hanno inoltre
dibattuto la possibilità di una collaborazione più intensa tra le
rappresentanze consolari. È stato inoltre deciso di facilitare le gite
scolastiche transfrontaliere mediante relativi accordi. La consigliera
federale Metzler, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia,
ha colto tale occasione per segnalare talune difficoltà a volte
incontrate da stranieri residenti regolarmente in Svizzera quando si
tratta di richiedere un visto presso la rappresentanza di uno Stato di
Schengen, al fine di rendere visita a parenti e conoscenti nel Paese
d'origine.

Politica e cultura

L'incontro sul Bürgenstock, durato dalla sera di mercoledì alla mattina
di venerdì, è stato il secondo del genere. Il primo incontro, con
l'Austria in veste di ospite, si svolse a Gaschum nel Vorarlberg. I
colloqui politici avvengono in un quadro cordiale e culturale: alla cena
ufficiale di mercoledì sul battello a vapore “Stadt Luzern” è seguito,
giovedì sera, l'ascolto di un concerto sinfonico nell'ambito del
Festival internazionale di musica di Lucerna.

All'incontro hanno preso parte, per la delegazione svizzera, anche Peter
Huber, direttore dell'Ufficio federale degli stranieri, Jean-Daniel
Gerber, direttore dell'Ufficio federale dei rifugiati, Anton Widmer,
direttore dell'Ufficio federale di polizia e Urs Hadorn, vicedirettore
dell'UFR e incaricato speciale per la migrazione Kosovo.

Bürgenstock, 26 agosto 1999