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«Sicurezza attraverso la cooperazione»: la nuova strategia della Svizzera in materia di politica di sicurezza

3003 Berna, 10 giugno 1999

Informazione per i media

«Sicurezza attraverso la cooperazione»: la nuova strategia della Svizzera in
materia di politica di sicurezza

Il Consigliere federale Adolf Ogi presenta il Rapporto sulla politica di
sicurezza 2000

«Sicurezza attraverso la cooperazione»: questo è il motivo conduttore della
futura politica di sicurezza della Svizzera definita nel Rapporto sulla
politica di sicurezza 2000. Il Consiglio federale ha licenziato lunedì
scorso il rapporto, che costituisce la base per le riforme Esercito XXI e
Protezione della popolazione 2000. Il Ministro della Difesa Adolf Ogi lo ha
presentato giovedì a Berna in occasione di una conferenza stampa. Egli ha
rilevato che la strategia in vigore si fonda sulla «Sicurezza mediante l'
autonomia», ma che ora il mutamento del contesto richiede una nuova
strategia, orientata alla cooperazione. Gli attuali compiti dell'esercito
sono mantenuti; tuttavia, esso sarà maggiormente orientato ai pericoli e
alle minacce attuali.

Il Consigliere federale Adolf Ogi ha ricordato i recenti impieghi dell'
esercito. Da mesi, i militari appoggiano le autorità civili su diversi
fronti: in occasione di valanghe e di inonda-zioni, nella sorveglianza di
edifici minacciati dal terrorismo a Berna, Ginevra e nel Ticino, nonché nell
'assistenza ai richiedenti d'asilo. Un distaccamento di militari del Corpo
della guardia delle fortificazioni monta la guardia presso l'ambasciata
svizzera di Algeri ed elementi delle Forze aeree sono attivi in Albania, per
incarico dell'UNHCR, dall'inizio della guerra del Kosovo. Questi esempi
recenti illustrano la nuova strategia della «Sicurezza attraverso la
cooperazione».

All'interno del Paese, la nuova strategia è incentrata su un coordinamento
ottimale dei mezzi civili e militari; la «Difesa integrata» sarà sostituita
da una «Cooperazione globale flessibile in materia di sicurezza». Per quanto
riguarda la cooperazione con l'estero, si tratterà di rafforzare la
collaborazione con gli Stati amici e con le organizzazioni internazionali in
materia di sicurezza, nonché di intensificare l'impegno per assicurare la
pace.

I tre compiti dell'esercito

Gli attuali tre compiti dell'esercito sono mantenuti, ma sono oggetto di una
ponderazione e di una valutazione nuove:

· Sostegno alla pace e gestione delle crisi: rispetto al suo attuale compito
«Promovi-mento della pace», l'esercito deve impegnarsi maggiormente sul
posto. Le formazioni (volontari) impiegate devono poter essere armate,
quando ciò è necessario per la loro protezione e per l'adempimento del
compito. Il capo del DDPS ha fatto riferimento ancora una volta alla
questione dell'armamento di tali formazioni, senza il quale oggi una
cooperazione nel promovimento della pace non è più praticabile.
· Sicurezza del territorio o difesa: rispetto all'attuale compito di difesa,
sarà ampliata la cooperazione con altri eserciti, soprattutto nel campo dell
'istruzione. Grazie a una prontezza differenziata e alla capacità di
crescita, l'esercito acquista flessibilità ed efficienza.
· Prevenzione e gestione dei pericoli esistenziali: rispetto a quanto
accadeva finora, l'esercito dev'essere in grado, dopo una breve
preparazione, di eseguire contemporaneamente numerosi impieghi di questo
tipo.
L'esercito, nel suo insieme, dev'essere in grado di svolgere tutti i tre
compiti. Affinché possa cooperare maggiormente con le forze armate straniere
(per es. in occasione di impieghi di sostegno alla pace), occorre migliorare
l'interoperabilità.

Il capo del DDPS Adolf Ogi ha sottolineato che la nuova strategia troverà
applicazione anche nella Protezione della popolazione. È necessario
orientarsi alla gestione dei pericoli probabili e ottenere un'elevata
efficienza già in situazioni normali. Gli ultimi tempi hanno mostrato che il
Consiglio federale, con il suo cambiamento di strategia, si trova sulla via
giusta.

Principio di milizia e obbligo di prestare servizio

«In ogni luogo dove è impiegato attualmente, il personale di milizia mostra
di essere all'altezza del proprio compito» ha affermato il Consigliere
federale Adolf Ogi. Ciò conferma il Consiglio federale nella sua intenzione
di restare fedele al principio di milizia. D'altra parte, è apparso che la
disponibilità dell'esercito in tempo di pace ha limiti ristretti. Il
Rapporto sulla politica di sicurezza prevede perciò quattro elementi di
riforma che possono essere concretizzati nell'ambito della Costituzione
vigente: servizio in una sola volta (servizio unico) per determinate
funzioni, servizio su base contrattuale («militari a contratto
tempora-neo»), aumento dell'aliquota di militari professionisti nella misura
in cui ciò è assolutamente necessario e anticipazione dell'età del
proscioglimento dall'obbligo di prestare servizio mediante riduzione degli
effettivi.

Neutralità vissuta attivamente

Il capo del DDPS ha in seguito spiegato la posizione del Consiglio federale
per quanto riguarda la neutralità. È necessario rispettare i limiti
stabiliti dal diritto della neutralità, ma occorre contemporaneamente
sfruttare in maniera ottimale il margine di manovra che tale diritto
consente. La neutralità, lo ha mostrato la guerra del Kosovo, dev'essere
applicata in maniera differenziata e coerente, ma soprattutto essere vissuta
attivamente. In tal modo essa è anche capìta.

Rafforzamento della condotta strategica

In occasione della conferenza stampa, l'ambasciatore Anton Thalmann, autore
responsabile del Rapporto sulla politica di sicurezza, ha spiegato la
procedura applicata dal suo gruppo di lavoro, che si è fondata sulle
direttive politiche del Consiglio federale emanate nell'autunno 1998.

Thalmann si è soffermato soprattutto sul rafforzamento, postulato nel
rapporto, della condotta strategica a livello di Governo federale. Un
«Organo direttivo in materia di sicurezza» valuterà costantemente, all'
attenzione del Consiglio federale, la situazione, identificherà
tempestivamente i rischi e le opportunità e proporrà possibili misure. Un
compito importante di questo organo direttivo sarà l'organizzazione
efficiente della cooperazione globale flessibile in materia di sicurezza tra
i nostri strumenti. Contemporaneamente, sarà migliorato anche il
coordinamento dei servizi d'informazione. Il Consiglio federale ha già
discusso intensamente questa complessa questione, connessa con la riforma
del Governo, e nell'aprile scorso ne ha disciplinato gli indirizzi di
massima.

Le prossime tappe

Il Rapporto sulla politica di sicurezza 2000 sarà ora trasmesso al
Parlamento affinché ne prenda atto. Sulla base del rapporto, il DDPS
elaborerà i nuovi concetti direttivi per Esercito XXI e la Protezione della
popolazione. L'intero processo di riforma è pianificato in modo tale che la
realizzazione possa iniziare a partire dal 2003.