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Conflitto nel Kosovo: rinforzi alle rappresentanze svizzere in loco

Comunicato per la stampa

Conflitto nel Kosovo: rinforzi alle rappresentanze svizzere in loco

Il Consiglio federale ha dibattuto mercoledì questioni legate alla messa
in atto della sua politica umanitaria nel conflitto del Kosovo e ha
adottato misure supplementari. L'esecutivo federale ha preso atto con
soddisfazione del fatto che la partenza dei 2'500 profughi kosovari dai
campi siti in Macedonia è stata predisposta celermente. Un primo aereo,
a bordo del quale si troveranno 140 persone, atterrerà in Svizzera
mercoledì pomeriggio.

Al fine di poter preparare in modo ancora più efficiente, sul posto e in
collaborazione con l'ACNUR, la partenza di tali persone,
l'Amministrazione federale delle dogane si è dichiarata disposta a
mettere immediatamente a disposizione due guardie di confine formate
nell'ambito dell'ONU quali Civilian Police Monitors (CIVPOL), le quali
coadiuveranno in un primo tempo la squadra dell'Ufficio federale dei
rifugiati in Macedonia, che sta attualmente predisponendo la selezione
dei 2'500 profughi che la Svizzera accoglierà su richiesta dell'ACNUR.
Le due guardie di confine saranno in seguito utilizzate nella
rappresentanza di Skopje, nel settore del rilascio dei visti. Il
Consiglio federale sta valutando l'impiego di altre guardie di confine a
sostegno delle rappresentanze svizzere.

Nel corso della seduta del 28 aprile 1999, il Consiglio federale aveva
decretato agevolazioni in materia di visto nei confronti di persone con
ultimo domicilio nel Kosovo e con parenti stretti in Svizzera. Tali
visti sono rilasciati in particolare in casi di rigore - vale a dire nei
confronti di feriti di guerra, malati, donne incinte e persone bisognose
di assistenza. Affinché tali visti possano essere rilasciati in modo
celere, il Consiglio federale ha oggi discusso la questione di un
rinforzo alle rappresentanze svizzere soprattutto in Albania e in
Macedonia.

Nel corso della seduta odierna, l'esecutivo federale è stato informato
del fatto che il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha già
rafforzato, con due persone ciascuna, le rappresentanze in Macedonia e
Albania. Alla luce dei bisogni manifestatisi, è indispensabile
rafforzare ulteriormente tali rappresentanze e altre site nell'area di
crisi, mediante l'impiego di personale indigeno supplementare in
possesso delle indispensabili conoscenze della lingua locale. In
funzione dell'evoluzione della situazione, il DFAE vaglierà
l'opportunità di potenziare ulteriormente il personale delle
rappresentanze site nell'area di crisi. Nelle prossime settimane, il
direttore dell'Ufficio federale degli stranieri (UFDS) si recherà
inoltre in Macedonia al fine di acquisire sul posto un quadro più
preciso della situazione (in particolare per quanto concerne i visti).

Mediante tali misure, il Consiglio federale si propone di ottenere un
miglioramento delle condizioni in loco. Egli continuerà a seguire con
attenzione l'evolversi della situazione e, se necessario, adotterà altre
misure.

5 maggio 1999

DIPARTIMENTO FEDERALE	DIPARTIMENTO FEDERALE
DEGLI AFFARI ESTERI	DI GIUSTIZIA E POLIZIA
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