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Cooperazione nell'ambito della sicurezza interna

Comunicato per la stampa

Cooperazione nell'ambito della sicurezza interna

Il Consiglio federale ha discusso mercoledì l'ulteriore modo di
procedere nel settore della cooperazione europea in materia di
sicurezza. Si è trattato essenzialmente delle possibilità per la
Svizzera di avvicinarsi allo Spazio europeo di libertà, sicurezza e
diritto che si sta tuttora costituendo. Il Consiglio federale ha inoltre
preso atto dell'intenzione del Consigliere federale Koller, capo del
Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), di sottoporre ad un
esame approfondito il sistema elvetico di sicurezza interna e
soprattutto la ripartizione delle incombenze tra Confederazione e
Cantoni.

Cooperazione europea in materia di sicurezza

Nel corso degli ultimi anni, gli Stati membri dell'UE hanno viepiù
rafforzato la loro cooperazione nell'ambito della giustizia e della
politica interna, conferendo a tali settori un quadro giuridico più
esteso. In questo contesto vanno citati segnatamente gli Accordi di
Schengen del 1985 e del 1990, la Convenzione di Dublino del 1990, il
Trattato di  Maastricht del 1992, la Convenzione concernente Europol del
1995 e il Trattato di Amsterdam, non ancora in vigore, dell'ottobre
1997. Nel quadro di detto trattato è prevista la creazione di uno Spazio
di libertà, sicurezza e diritto. In quanto Stato non membro dell'UE, la
Svizzera non può partecipare a tale Spazio, il che comporta per essa
molteplici svantaggi. Ne sono toccati tutti gli ambiti della sicurezza
interna, dalla politica in materia di visti a quella in materia di asilo
passando per la cooperazione in materia di polizia e giustizia.

Il Consiglio federale ha quindi immediatamente deciso, in un primo
tempo, di intavolare dei negoziati con gli Stati limitrofi al fine di
rafforzare la cooperazione transfrontaliera in materia di polizia e di
giustizia, di conferire a tale cooperazione nuovi principi di base e di
adeguare agli sviluppi attuali gli accordi sulla riammissione di
stranieri entrati illegalmente. Con la Francia e l'Italia si sono già
potuti firmare pertinenti accordi, mentre le trattative con l'Austria e
la Germania sono attualmente in fase conclusiva. Il Consiglio federale
spera che tali accordi potranno essere firmati nella primavera 1999.

Dato che i controlli alla frontiera, la politica in materia di visti, la
politica in materia d'asilo e l'accesso al Sistema d'informazione di
Schengen, per citare alcuni esempi, esulano dalla cooperazione
bilaterale, i problemi inerenti a tali ambiti possono essere affrontati
unicamente in un contesto multilaterale. Dal 1992, ad esempio,  la
Svizzera si adopera al fine di intavolare negoziati relativi ad un
accordo parallelo alla Convenzione di Dublino, sinora senza esito
positivo. Dopo la conclusione positiva delle trattative bilaterali
settoriali con l'UE si è potuto abbattere un ostacolo in questo senso.
Al momento della firma dei sette accordi, dovrà tra l'altro figurare
negli atti finali una dichiarazione secondo cui potranno essere
intavolati i negoziati relativi a un accordo parallelo alla Convenzione
di Dublino.

In un secondo tempo si tratterebbe rivalutare la strategia di
avvicinamento generale della Svizzera allo Spazio di libertà, sicurezza
e diritto che si sta costituendo. Il momento di tale verifica dipende
non da ultimo dall'entrata in vigore del Trattato di Amsterdam; essa non
potrà dunque avvenire prima della seconda metà del 1999.

Verifica del sistema elvetico di sicurezza interna

Parallelamente al perseguimento di tali obiettivi, il capo del DFGP ha
istituito, nel gennaio 1998, un gruppo di lavoro misto "Cooperazione
europea in materia di sicurezza ". Esso è composto di rappresentanti
dell'amministrazione federale e della Conferenza dei direttori cantonali
di giustizia e polizia (CDCGP). Fra i suoi compiti figura l'elaborazione
di proposte per la cooperazione tra Confederazione e Cantoni in
questioni inerenti alla sicurezza transfrontaliera e alla sicurezza
interna.

Sulla base del rapporto intermedio del gruppo di lavoro, il capo del
DFGP ha deciso:

· di verificare l'insieme del sistema elvetico di sicurezza interna. La
struttura federalistica del nostro Stato è confrontata ai propri limiti
segnatamente nel settore della lotta internazionale contro la
criminalità e per quanto riguarda i problemi che sorgono al confine nel
contesto della migrazione. Si dovrebbe ad esempio esaminare se l'attuale
attribuzione delle incombenze a livello federale nonché tra
Confederazione e Cantoni è ancora adeguata dati i problemi attuali e
dati soprattutto i problemi che si delineano all'orizzonte. Nel medesimo
contesto - anche in vista di un'eventuale modifica delle condizioni
quadro per il controllo delle persone alla frontiera - si pone inoltre
l'interrogativo di quale sarà in avvenire il campo d'attività del Corpo
delle guardie di confine.

· di creare un ufficio di coordinamento in materia di sicurezza interna
presso la Confederazione, e più precisamente in seno al DFGP. Il Gruppo
di lavoro ha infatti constatato che nel trattare questioni inerenti alla
sicurezza, segnatamente per problemi a carattere transfrontaliero, ci si
scontra con una mancanza di coordinazione a livello federale come pure
tra Confederazione e Cantoni e, in ultima analisi, anche tra i Cantoni
stessi. Al fine di garantire, in avvenire, una migliore cooperazione, è
necessario creare un pertinente ufficio di coordinamento.

20 gennaio 1999

DIPARTIMENTO FEDERALE DI GIUSTIZIA E POLIZIA
Servizio informazione e stampa

Ulteriori informazioni:	Christoph Häni, Ufficio federale degli
stranieri, Tel. 031 / 325.95.77