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Le conseguenze dell'iniziativa S.o.S. sarebbero irreparabili/Il CF Koller motiva il no del Consiglio federale

Comunicato per la stampa

Le conseguenze dell'iniziativa S.o.S. sarebbero irreparabili

Il consigliere federale Koller motiva il no del Consiglio federale

Nell'ambito di una conferenza stampa tenutasi martedì, il consigliere
federale Arnold Koller ha motivato il no del Consiglio federale
all'iniziativa popolare "S.o.S. - per una Svizzera senza polizia
ficcanaso". L'iniziativa popolare, che sarà posta in votazione il 7
giugno, vieterebbe l'attività preventiva necessaria per combattere il
terrorismo, l'estremismo violento e lo spionaggio, comportando pertanto
conseguenze irreparabili. L'iniziativa esige l'abolizione della polizia
politica e intende vietare, eccenzion fatta per i procedimenti penali,
la sorveglianza "nell'esercizio dei diritti di opinione e dei diritti
politici".

Il Consiglio federale ha proposto alle Camere di raccomandare il rifiuto
dell'iniziativa e ha sottoposto, come controprogetto indiretto, la legge
federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna
(LMSI). Il Parlamento ha in seguito respinto l'iniziativa con 124 voti
contro 60 (CN) rispettivamente 32 voti contro 4 (CSt), mentre la LMSI è
stata approvata con 106 voti contro 62 (CN) risp. 37 voti contro 4
(CSt). La legge, contro la quale il referendum non è riuscito in seguito
all'insufficiente numero di firme, dovrà essere messa in vigore dopo la
votazione del 7 giugno.

Gli errori commessi in passato non si ripeteranno più

Il Capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha
rammentato che, il Consiglio federale, una volta venuto alla luce
l"affare delle schede", dal quale è scaturita l'iniziativa, aveva agito
senza indugio e in modo deciso, affinché gli errori e agli abusi
commessi in passato non si potessero più ripetere. La Polizia federale è
assoggettata alla severa direzione del Dipartimento ed è rigorosamente
controllata da più istanze, fra cui la Delegazione parlamentare delle
commissioni della gestione.

E' indiscusso che alla Polizia federale e ai Servizi cantonali che
collaborano con quest'ultima non sia permesso sorvegliare l'attività
politica e l'esercizio dei diritti fondamentali, fintanto che non
sussista un sospetto di reato penale. L'iniziativa intende però inoltre
vietare a tutti gli organi statali di procurarsi informazioni a titolo
preventivo in merito all'estremismo violento, al terrorismo e allo
spionaggio. Il Consiglio federale ritiene che non ci si possa assumere
tale responsabilità. L'accettazione dell'iniziativa impedirebbe in
ultima analisi anche alle autorità cantonali di svolgere i loro compiti
nel campo della sicurezza interna e esterna. Il Consiglio federale
adegua ogni anno il quadro della situazione in base ai mutamenti dei
pericoli e si avvale del parere della Commissione consultiva per la
protezione dello Stato, la quale è composta anche da esperti esterni.

Conseguenze pericolose di un sì

Il Consiglio federale e il Parlamento respingono pertanto l'iniziativa.
Le sue richieste, nella misura in cui erano giustificate, sono
soddisfatte; inoltre non esiste più da tempo una vera e propria polizia
politica. Le conseguenze di un sì sarebbero inoltre irrimediabili, in
quanto, in pratica, la polizia non potrebbe più intraprendere nulla a
titolo preventivo per impedire reati penali e violazioni della
sicurezza. Di conseguenza, la Svizzera potrebbe diventare in Europa
un'isola d'insicurezza e una base per i gruppi terroristici e gruppi di
estremismo violento nonché per le organizzazioni estere di spionaggio.

Il consigliere federale Koller si è distanziato dal Comitato promotore
dell'iniziativa, il quale cerca in svariati modi di diffondere sfiducia
nei confronti delle autorità e delle persone tenute ad agire a titolo
preventivo. Ciò non è solamente errato, ma anche sleale, in quanto
l'obbligo del segreto al quale è assoggettato l'operato concreto della
polizia, spesso non permette nemmeno di presenatare una versione
alternativa dei fatti. Negli ultimi anni, il DFGP e la Polizia federale
hanno tuttavia praticato, per quanto possibile, una politica
d'informazione aperta, per esempio attraverso la pubblicazione dei
rapporti concernenti la protezione dello Stato.

7.4.1998

DIPARTIMENTO FEDERALE
DI GIUSTIZIA E POLIZIA
Servizio informazione e stampa

Altre informazioni: Martin Keller, SG DFGP, tel 031 324 48 20 o Polizia
federale, 031 322 45 11