Il Consiglio federale abroga il decreto concernente i discorsi politici di stranieri

Comunicato per la stampa

Il Consiglio federale abroga il decreto concernente i discorsi politici
di stranieri

Il Consiglio federale ha abrogato, lunedì, con effetto al 30 aprile
1998, il decreto del Consiglio federale concernente i discorsi politici
di stranieri. Il decreto risale a cinquant'anni fa.

Scopo del decreto

Con il decreto del 24 febbraio 1948 il Consiglio federale intese
introdurre strumenti volti a prevenire un eventuale sovvertimento
politico. Lo spunto fu offerto dall'inizio dell'era della Guerra fredda,
contraddistinta dalla presa di potere da parte dei partiti comunisti in
vari Stati dell'Europa centrale e orientale. Il decreto concernente i
discorsi politici stabiliva che prima del discorso di uno straniero
senza permesso di domicilio in Svizzera, occorresse chiedere
un'autorizzazione. Questa andava negata "se vi [fosse stato] da temere
che [venisse] posta in pericolo la sicurezza interna o esterna del paese
o che [fosse] turbato l'ordine pubblico". Pertinenti decisioni dei
governi cantonali non avrebbero potuto essere impugnate mediante
ricorso.

Contestato da lungo tempo

Nel passato si fecero sentire in misura maggiore voci che definivano il
decreto superato e contrario alla Costituzione. Il Consiglio federale
propose di sostituirlo con una regolamentazione adeguata ai tempi per
disciplinare l'attività politica nell'ambito del diritto degli
stranieri. Questa proposta fu però respinta dal popolo nel 1982. La
ricezione sul piano mondiale dei media elettronici sollevò viepiù dubbi
sul senso dell'obbligo d'autorizzazione cantonale. Negli ultimi anni, il
decreto concernente i discorsi politici è stato applicato soltanto poche
volte. Il Consiglio degli Stati indirizzò, il 25 settembre 1996, al
Consiglio federale la raccomandazione di abrogare il decreto concernente
i discorsi politici. Il Consiglio federale ha accolto tale
raccomandazione e abroga il decreto con effetto al 30 aprile 1998.

9 marzo 1998

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