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Visita ufficiale di lavoro del Primo Ministro israeliano Netanyahu a Berna, 25 novembre 1998

DIPARTIMENTO FEDERALE
DEGLI AFFARI ESTERI	Berna, 24 novembre 1998

Comunicato stampa

Visita ufficiale di lavoro del Primo ministro israeliano Benjamin
Netanyahu a Berna, 25 novembre 1998
                                                             

Il Presidente della Confederazione Flavio Cotti e i Consiglieri
federali Adolf Ogi e Pascal Couchepin accoglieranno, il 25 novembre
1998 a Berna, il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per una
visita ufficiale di lavoro.

Al centro dei colloqui previsti durante la visita a Berna figurano i
rapporti bilaterali tra la Svizzera e Israele, il processo di pace in
Medio Oriente e le relazioni economiche tra i due Paesi.

In occasione della visita sarà parafato un accordo israelo-svizzero in
materia di doppia imposizione.

La visita si iscrive nell'ambito di un forum economico israelo-svizzero
organizzato dall'Ufficio nazionale svizzero per l'espansione
commerciale (USEC). Durante la sua visita a Berna, il Primo ministro
israeliano incontrerà anche rappresentanti dell'economia svizzeri e
israeliani.

Una conferenza stampa è prevista verso le 15.40 al Bernerhof
(Spiegelsaal). Gli addetti stampa devono trovarsi in loco al piú tardi
90 minuti prima dell'inizio della conferenza.

Per ragioni di sicurezza tutti i giornalisti che intendono seguire la
conferenza stampa devono farsi accreditare presso il Servizio
informazione DFAE. Un modulo è stato inviato a tal fine; ulteriori
moduli possono essere ottenuti telefonando allo 031 / 322 35 58. I
contrassegni usuali di Palazzo federale non sono validi.

 DIPARTIMENTO FEDERALE
DEGLI AFFARI ESTERI	Berna, 24 novembre 1998

RELAZIONI BILATERALI SVIZZERA - ISRAELE

Le relazioni bilaterali tra la Svizzera e Israele sono tradizionalmente
buone, intense e diversificate. Negli ultimi mesi, l'affare degli
agenti del Mossad nel febbraio 1998 in un primo tempo, poi
l'atteggiamento ambiguo di Israele nei confronti della problematica
“Svizzera - Seconda Guerra mondiale”, hanno gettato qualche ombra sulla
qualità di tali relazioni.

Riguardo ai diversi aspetti della situazione in Medio Oriente, come il
problema dei territori palestinesi occupati da Israele, Gerusalemme Est
e l'altipiano del Golan annessi, l'occupazione del Libano meridionale e
l'applicabilità della IV Convenzione di Ginevra del 1949 nei territori
occupati, la posizione della Svizzera è chiara e già nota ad Israele.

La visita in Israele del Presidente della Confederazione Flavio Cotti,
il 17 maggio 1998, ha permesso di discutere questi diversi problemi e
di rafforzare i legami politici ed economici importanti per i due
Paesi.

Le relazioni economiche bilaterali sono per altro molto intense e si
iscrivono nell'ambito dell'Accordo di libero scambio tra l'AELS e
Israele (sulla produzione industriale, i prodotti agricoli trasformati
e i prodotti di mare), in vigore dal 1° gennaio 1993.

Per la Svizzera Israele è divenuto, se si considerano le pietre e i
metalli preziosi (64 per cento delle esportazioni svizzere e 30 per
cento delle importazioni in provenienza da Israele), il primo mercato
d'esportazione in Medio Oriente e in Africa del Nord (MENA).

Bilancia commerciale dal punto di vista svizzero
(in mio Fr.)

	Esportazioni	Importazioni
1994:	1'163	359
1995:	   969	343
1996:	1'235	273
1997:	1'357	314

Gli investimenti svizzeri in Israele sono aumentati a partire
dall'inizio del processo di pace in Medio Oriente. Imprese come Nestlé,
Asea Brown Boveri, Ares Serono, Mövenpick, Swiss Re e Schindler
figurano tra i maggiori investitori svizzeri in Israele. Relazioni
altrettanto strette si sono sviluppate in settori come le tecnologie
d'avanguardia (biotecnologie, telecomunicazioni, ecc.), il turismo, la
cultura e la cooperazione in materia di armamenti. Il rallentamento del
processo di pace, a partire dal 1997, ha tuttavia frenato i programmi
industriali e di servizi delle imprese svizzere.

 DIPARTIMENTO FEDERALE
DEGLI AFFARI ESTERI	Berna, 24 novembre 1998

POSIZIONE DELLA SVIZZERA IN MERITO AL CONFLITTO ISRAELO-ARABO

1.	A più riprese il Consiglio federale (CF) ha espresso il parere
che qualsiasi soluzione per i problemi del Vicino-Oriente deve prendere
in considerazione i seguenti punti centrali:

-	il diritto d'Israele all'esistenza e alla sicurezza in
frontiere internazionalmente riconosciute;
-	il diritto del popolo palestinese a determinare il proprio
futuro.

	In questo senso, lo scambio "land for peace", che riguarda le
risoluzioni 242 e 338 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,
deve servire da base per qualsiasi accordo di pace.

	Il CF considera inoltre che il Libano debba ritrovare
pienamente la propria integrità territoriale e che la sovranità e
l'indipendenza di questo paese debbano essere strettamente rispettate
conformemente alla risoluzione 425 del Consiglio di sicurezza.

2.	Sin dal conflitto del 1967, il CF ha deplorato l'impiego della
forza, condannando fermamente ogni atto terroristico e riaffermando il
principio dell'illegalità dell'acquisizione di territori con la forza,
principio sancito dal diritto internazionale.

	In quest'ottica, l'estensione della sovranità israeliana alla
parte Est di Gerusalemme (1980) e all'altura del Golan (1981)
costituisce un atto unilaterale inaccettabile.

	Parallelamente, il CF tiene a ricordare che attribuisce massima
importanza al rispetto delle Convenzioni di Ginevra del 1949, in
particolare all'applicazione della IV Convenzione. In tal senso,
considera in particolare che gli insediamenti israeliani nei Territori
occupati costituiscano una violazione della IV Convenzione.

3.	Il CF sostiene pienamente il processo di pace avviato a Madrid
nel dicembre del 1991.

Nel settembre del 1993, il CF ha preso atto con soddisfazione della
Dichiarazione di principio fra Israele e la OLP (Declaration of
Principles on Interim Self-Government Arrangements), come ha preso atto
con soddisfazione nel maggio 1994 dell'accordo sulla fase intermedia
d'autonomia in Cisgiordania e nella striscia di Gaza stipulato tra
Israele e l'OLP. Ha considerato che questo accordo costituiva uno
storico passo in avanti verso una soluzione permanente, globale ed equa
del conflitto israelo-arabo.

Nell'ottobre del 1994, il CF ha preso atto con soddisfazione del
trattato di pace concluso tra la Giordania e Israele. Esso ritiene che
si tratti di una tappa importante nella composizione pacifica del
conflitto che divampa da decenni nel Medio-Oriente.

Il DFAE si compiace che un accordo abbia potuto essere firmato a Wye
River il 23 ottobre 1998. Spera che questo accordo, il quale segna una
vera ripresa del processo di pace tra Israele e i Palestinesi un anno e
mezzo dopo l'accordo su Hebron del 15 gennaio 1997, non sia che un
primo passo verso una soluzione conforme agli obiettivi degli accordi
conclusi in precedenza, soddisfi tutte le parti e permetta a tutti gli
abitanti di questi territori di vivere nella dignità, nella sicurezza e
nella prosperità.

4.	La Svizzera partecipa al processo di pace prestando un
contributo attivo in diversi campi, in particolare per quanto concerne
gli aspetti multilaterali:

-	Nel maggio del 1995, a Montreux, il gruppo direttivo del
processo multilaterale di pace ha designato la Svizzera come „shepherd“
della dimensione umana nel processo multilaterale di pace. Questo
mandato consiste nel promuovere in seno ai cinque gruppi di lavoro i
diritti civili, politici, sociali, economici e culturali nonché la
comprensione interculturale.

-	Dal febbraio 1997, la Svizzera partecipa alla presenza
internazionale temporanea a Hebron (TIPH) con un contingente di nove
persone.

-	La Svizzera contribuisce con un aiuto sostanziale agli sforzi
della comunità internazionale volti allo sviluppo regionale, in
particolare nei territori palestinesi (60 mio Sfr per gli anni
1994-1998).