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continuazione cooperazione tecnica e dell'aiuto finanziario a favore dei Paesi in sviluppo

Comunicato stampa				  Berna, 7 dicembre 1998

Messaggio sulla continuazione della cooperazione tecnica e dell'aiuto
finanziario a favore dei Paesi in sviluppo

Nella sua seduta del 7 dicembre 1998, il Consiglio federale ha licenziato
all'attenzione del Parlamento il Messaggio sulla continuazione della
cooperazione tecnica e dell'aiuto finanziario a favore dei Paesi in sviluppo.
Con esso sollecita un credito di programma di 4 miliardi di franchi per gli
anni 1999 a 2002. La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) si
vede così assegnati i mezzi per attuare il programma di cooperazione allo
sviluppo bilaterale e multilaterale. L'elemento cardine del programma continua
a essere la lotta contro la povertà e, pertanto, la solidarietà con le persone
maggiormente svantaggiate dei paesi in sviluppo.

Nel Messaggio concernente il proseguimento della cooperazione allo sviluppo,
il Consiglio federale descrive la situazione politica, economica, sociale ed
ecologica dei paesi in sviluppo in questa epoca di crescente globalizzazione.
Vi illustra l'importanza che riveste per lo sviluppo di un paese l'esistenza
di condizioni quadro politiche ed economiche favorevoli. Nei prossimi quattro
anni, la promozione dello stato di diritto e dei diritti umani, la lotta
contro la corruzione e il sostegno agli sforzi di decentralizzazione nei paesi
in sviluppo saranno dunque degli elementi qualificanti della cooperazione allo
sviluppo.

Ulteriori priorità saranno: la promozione dello sviluppo rurale, la protezione
dell'ambiente e migliorie nei settori sanitario ed educativo dei paesi
partner. In questo ambito continurà a essere ossrvato un principio promettente
della cooperazione svizzera allo sviluppo, segnatamente il forte
coinvolgimento delle popolazioni locali e, in particolar modo, delle donne.

Per ulteriori informazioni ci si rivolga a: Thomas Greminger, Sezione politica
e ricerca, Direzione dello sviluppo e della cooperazione (tel. 031/ 322 36 59,
e-mail: thomas.greminger@deza.admin.ch).

						DIPARTIMENTO FEDERALE
						DEGLI AFFARI ESTERI
						Informazione

DIPARTIMENTO FEDERALE
DEGLI AFFARI ESTERI				Berna, 7 dicembre 1998

Sintesi per la stampa

Messaggio sulla continuazione della cooperazion tecnica e dell'aiuto
finanziario a favore dei Paesi in sviluppo

Il Consiglio federale chiede al Parlamento di approvare un credito di
programma di 4 miliardi di franchi per assicurare il proseguimento della
cooperazione tecnica e dell'aiuto finanziario ai paesi in sviluppo. La
Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) dovrebbe in tal modo
ottenere i mezzi per attuare il programma previsto per il periodo 1999 a 2002.

I fondamenti della cooperazione svizzera allo sviluppo restano la legge
federale del 1976, il Rapporto del Consiglio federale sulla politica estera
della Svizzera negli anni Novanta e le Linee direttrici Nord-Sud, anch'esse
emanate dal Consiglio federale. Determinante per quanto concerne il volume
dell'aiuto pubblico allo sviluppo è l'obiettivo più volte confermato dal
Consiglio federale di investire nella cooperazione pubblica allo sviluppo lo
0,4 percento del prodotto interno lordo (PIL). L'attuale situazione
finanziaria non ammette tuttavia un simile aumento. I mezzi riservati nel
piano finanziario 1999 a 2002 (compresi quelli del credito di programma in
questione) corrispondono a una quota dello 0,31 percento del PIL pronosticato.
Nel 2002 il volume potrebbe tuttavia abbassarsi ulteriormente fino allo 0,29
percento del PIL.

Nuove orientazioni

La DSC si prefigge di impegnare i mezzi a sua disposizione laddove saranno più
utili. Ciò significa che, anche in futuro, sosterrà anzitutto i peasi in
sviluppo, le regioni e i gruppi di popolazione più poveri. Nella cooperazione
bilaterale allo sviluppo, proseguirà la politica della concentrazione
geografica e tematica: il 70 percento dei mezzi saranno destinati
esclusivamente ai paesi e alle regioni a beneficio di un programma di
cooperazione. Questo approccio regionale consente di trasporre e far fruttare
oltre i confini nazionali le esperienze di successo fatte nei paesi di
concentrazione. In tal modo, la cooperazione svizzera allo sviluppo può anche
stimolare i contatti transfrontalieri e promuovere la collaborazione
regionale.

La promozione di condizioni quadro politiche e macroeconomiche favorevoli
(«good governance») costituisce un importante obiettivo della cooperazione
svizzera allo sviluppo. L'attenzione si concentra sulla promozione dello stato
di diritto e dei diritti umani, la lotta contro la corruzione e il sostegno ai
processi di decentralizzazione nei paesi partner. Il potenziamento del
monitoraggio ambientale realizzato nell'ottica della politica di sviluppo
consente di seguire meglio l'evoluzione politica nei paesi partner e di
identificare tempestivamente i rischi che potrebbe comportare per la
cooperazione allo sviluppo. Al di là dei 17 paesi di concentrazione, la
cooperazione svizzera allo sviluppo può dare orientazioni particolari alla sua
politica estera tramite i programmi speciali.

Successi conseguiti nei paesi in sviluppo

Nel Rapporto sulla politica estera della Svizzera negli anni Novanta, il
Consiglio federale ha definito la cooperazione allo sviluppo un elemento
essenziale della politica estera, la cui funzione è di tutelare gli interessi
della Svizzera nel lungo termine. Essa aiuta a lottare contro la povertà e
affronta, quali cause principali, la crescita demografica, il degrado
ambientale e le migrazioni. Promovendo i diritti umani, la democrazia e lo
stato di diritto, contribuisce alla pace e alla stabilità e, pertanto, a una
maggiore sicurezza nel mondo. Proprio di fronte al fossato che sta creandosi
tra ricchi e poveri nella scia della globalizzazione, la cooperazione allo
sviluppo rappresenta l'espressione sempre più urgente della solidarietà con i
più poveri tra i poveri di questo mondo.

Grazie alla cooperazione, nei decenni trascorsi i paesi in sviluppo hanno
conseguito dei progressi. Alcuni successi si lasciano misurare: dagli anni
Cinquanta, la speranza di vita nei paesi in sviluppo è aumentata di oltre 20
anni; la percentuale della popolazione che ha accesso all'acqua potabile è
raddoppiata, passando dal 35 al 70 percento; la produzione e il consumo di
derrate alimentari sono aumentati a un ritmo di 20 percento superiore rispetto
a quello della popolazione. L'Agenda per il XXI secolo è stata predefinita
dalle conferenze mondiali dell'ONU (con partecipazione attiva della Svizzera).
Per il periodo fino al 2015, la comunità degli stati si è posta alcuni
obiettivi senz'altro ambiziosi, ma raggiungibili: dimezzare la quota delle
persone che vivono nella povertà assoluta, garantire la scolarizzazione di
base per tutti, ridurre drasticamente la mortalità delle madri, dei lattanti e
dei bambini, rendere la pianificazione famigliare accessibile a tutti, e
rovesciare la tendenza del degrado ambientale.

Nell'ambito della cooperazione tecnica e dell'aiuto finanziario, la Svizzera
dispone di strumenti che hanno dato buone prove e hanno subito un continuo
adeguamento. Oggi le consentono di sostenere efficacemente gli sforzi dei
paesi in sviluppo. La Svizzera si prefigge di abilitare le persone interessate
a divenire attrici del proprio sviluppo, aumentando così anche le probabilità
di miglioramenti duraturi. Riconoscendo la validità di questo approccio, anche
l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) ha
assegnato un'ottima pagella alla cooperazione svizzera allo sviluppo
nell'esame che ha dedicato al nostro paese.

La DSC coopera prioritariamente con 17 paesi partner. Negli ultimi anni, una
particolare attenzione è stata riservata a uno sviluppo che promovesse le pari
opportunità per donne e uomini e la protezione dell'ambiente. Un punto di
forza della cooperazione svizzera allo sviluppo è la stretta collaborazione
con le organizzazioni non governative e l'economia privata, in patria e
all'estero.

Alcuni principi della cooperazione svizzera allo sviluppo

Porre al centro i bisogni e il potenziale dei partner. Risultati duraturi si
ottengono solo se la cooperazione allo sviluppo si limita a un ruolo di
sostegno dei partner locali. Si tratta di promuovere la loro
responsabilizzazione e autonomia.

Promuovere l'empowerment. Solo un buon accesso alle risorse economiche e la
partecipazione politica schiudono alle persone nei paesi in sviluppo delle
possibilità di crescita personale. La cooperazione allo sviluppo deve pertanto
abilitare i gruppi poveri e svantaggiati della popolazione a far valere i
propri interessi e i propri diritti nei processi politici e socioeconomici.

Rafforzare la partecipazione. Il coinvolgimento della popolazione locale nella
definizione e attuazione di progetti di sviluppo - uno dei punti forti della
cooperazione svizzera allo sviluppo - dovrà essere anche in futuro un elemento
centrale.

Promuovere uno sviluppo all'insegna delle pari opportunità per uomini e donne.
L'attuazione della politica che mira a uno sviluppo all'insegna delle pari
opportunità rappresenta una necessaria premessa per una cooperazione
improntata ai criteri di efficacia e di sostenibilità.

Ambiente. Consapevolezza ecologica e comportamento ecocompatibile sono
priorità della cooperazione bilaterale e multilaterale svizzera allo sviluppo.

Aumentare la concentrazione. La concentrazione geografica e tematica della
cooperazione allo sviluppo ha dato buone prove e deve essere ulteriormente
aumentata. Ciò comporta anche una scelta più selettiva dei partner bilaterali
e multilaterali, e una regolare valutazione critica.

Promuovere processi di apprendimento e di cambiamento. Sviluppo significa
cambiamento, e il cambiamento deve essere affrontato in un'ottica processuale.
La cooperazione svizzera allo sviluppo vuole perciò promuovere anzitutto i
processi di apprendimento e di cambiamento. Per questo fa affidamento sulla
consulenza e il sostegno allo sviluppo organizzativo, come pure sulla
trasmissione di conoscenze nei campi della gestione aziendale, della
risoluzione dei problemi e della gestione dei processi.

Esempi della cooperazione svizzera allo sviluppo

Protezione dell'ambiente nell'industria mineraria artigianale in Bolivia
Quasi il 10 percento della popolazione boliviana si guadagna da vivere
nell'industria mineraria artigianale. Questa inquina tuttavia massicciamente
l'ambiente (mercurio) e fomenta conflitti tra industria mineraria e
agricoltura sull'altopiano boliviano (inquinamento delle acque dovuta alla
lavorazione del minerale). La Svizzera appoggia la messa in atto della
legislazione ambientale boliviana in collaborazione con istituzioni pubbliche
e private. Il progetto comprende tra l'altro la pianificazione ed esecuzione
di misure di protezione dell'ambiente nell'industria mineraria artigianale, la
formazione del personale, la collaborazione con numerose organizzazioni
nazionali e internazionali, e la promozione della coscienza ambientale. Uno
scambio di esperienze è assicurato con il progetto per un'industria mineraria
ecologica in Ecuador, pure finanziato dalla DSC.

Mozambico: approvvigionamento di acqua potabile in città e in campagna
Da quando la DSC ha inserito il Mozambico nel novero dei paesi di
concentrazione, si è ampliato e potenziato in maniera mirata il programma
«acqua potabile». Prendendo le mosse dall'appoggio alla costruzione di sistemi
di approvvigionamento idrico in aree rurali, si sono affrontati anche i
problemi legati alla costruzione, all'esercizio e alla manutenzione degli
impianti idrici nelle aree urbane. La Svizzera sostiene il programma nazionale
di formazione per i tecnici idraulici (che verranno impiegati in tutto il
paese) e il potenziamento della Direzione dell'acqua potabile e dei suoi
uffici regionali. I 36 tecnici sin qui formati hanno buone prospettive di
trovare lavoro e ottengono il necessario sostegno.

Partenariati di ricerca «sviluppo e ambiente»
La DSC ha elaborato con l'Accademia svizzera delle scienze naturali una
strategia per promuovere la ricerca con i paesi in sviluppo. Il principale
progetto pilota è rappresentato dalla collaborazione tra DSC e Fondo nazionale
svizzero nell'ambito del programma prioritario dedicato all'ambiente.
Nell'attuale fase, le ricercatrici e i ricercatori svizzeri studiano insieme
nel Sud le seguenti situazioni:
· inquinamento delle acque urbane a Ho Chi Minh City (Vietnam) e Jinja
(Uganda);
· smaltimento e riciclaggio insufficiente dei rifiuti a Ouagadougou (Burkina
Faso) e Cotounou (Benin);
· problemi sanitari dovuti all'utilizzo di acque luride nella produzione
urbana di ortaggi a Ouagadougou (Burkina Faso) e Nouakchott (Mauritania);
· insufficiente coinvolgimento della popolazione nella pianificazione
urbanistica e di quartiere e nell'amministrazione delle città di Njamena
(Ciad) e Mingora (Pakistan).

Promozione dell'artigianato e dell'industria nel Pakistan
La DSC sostiene dal 1994 un programma di  promozione delle imprese piccole e
piccolissime nel Pakistan nordoccidentale. In questo contesto opera a tre
livelli: micro, meso e macro. Essa promuove da un lato la formazione tecnica e
i corsi di gestione aziendale per piccole imprenditrici e piccoli
imprenditori, il che consente di migliorare la qualità dei prodotti e di
aumentare la produttività. Dall'altro lato sostiene le organizzazioni di
autoaiuto e le istituzioni che organizzano corsi di formazione, scambio di
esperienze e altre attività per le piccole imprese. Da tutto ciò traggono
profitto tra l'altro le associazioni di produttori di mattoni e di marmo, le
imprese metalmeccaniche e l'artigianato tessile. Il coordinamento tra i paesi
donatori, ma anche il dialogo politico favoriscono un maggiore riconoscimento
della promozione delle aziende artigianali e industriali.
Negli anni a venire si tratterà di migliorare la posizione delle piccole
imprese sul mercato regionale e nazionale mediante il perfezionamento
professionale, la consulenza, la messa in rete, il leasing e il finanziamento;
il tutto in collaborazione con gli imprenditori e le rispettive
organizzazioni.

Valorizzazione regionale di un progetto di successo in America centrale
Lo stoccaggio a livello famigliare in ambiente piccolocontadino è uno degli
elementi chiave della sicurezza alimentare anche in America centrale, dove i
parassiti distruggono circa un quinto delle derrate alimentari dopo il
raccolto. Grazie a semplici sili in lamiera, destinati a raccogliere derrate
di base quali il mais e i fagioli, i contadini riescono a evitare quasi
completamente di subire perdite. La possibilità di assicurare lo stoccaggio
evita loro inoltre di vedersi costretti a vendere i prodotti a basso prezzo
subito dopo il raccolto per poi comperarne a caro prezzo prima del nuovo
raccolto. I piccoli contadini sono pertanto meno dipendenti e inoltre
conseguono un reddito aggiuntivo. La situazione alimentare migliora e ciò si
ripercuote in modo positivo sullo stato di salute di molte famiglie. La
possibilità di disporre nel modo più completo delle rese dei propri campi e
delle proprie scorte rafforza inoltre la posizione delle donne attive in
agricoltura. Il progetto Postcosecha fu avviato nel 1980 in Honduras e il
grande successo conseguito ne determinò il proseguimento negli anni 90 in
Guatemala, Nicaragua, El Salvador e Paraguay. In Honduras si contano oggi
80'000 sili. Quasi un quarto della popolazione mirata dispone così di un silo
in lamiera della capienza di 800 chili di cereali, capace di assicurare il
fabbisogno di base di cinque adulti durante un anno.

Promuovere le tecnologie ecocompatibili
Nell'ambito del Programma globale per l'ambiente, attraverso il progetto
ECOFRIG promosso dalla Germania e dalla Svizzera, si sono sostenute
finanziariamente in India imprese private che hanno adottato tecnologie
ecocompatibili. In due delle tre maggiori ditte produttrici di frigoriferi si
è installato un impianto pilota che consente di isolare le casse degli
apparecchi non con le schiume a base di CFC dannose per lo strato di ozono,
bensì con schiume contenenti un idrocarburo innocuo. Si prevede inoltre di
sostituire anche l'attuale liquido frigorigeno a base di CFC. Questo progetto
vede la collaborazione tra istanze di cooperazione allo sviluppo, di
protezione dell'ambiente e le imprese private.

Sostegno all'associazione contadina Naam nel Burkina Faso
Nel Burkina Faso, la Svizzera sostiene da anni l'associazione Naam. Questa
associazione, che si basa su tradizioni locali, è stata fondata nel 1967 e
conta oggi oltre 4'700 gruppi di contadini in 1'170 comuni del paese. Essa
sostiene e consiglia i propri membri riguardo ai metodi di produzione
agricoli, in particolare la lotta contro l'erosione, l'orticoltura e
l'allevamento. Si è tra l'altro creata anche una rete di banche comunali.
Oltre la metà dei membri di questa associazione sono oggi donne, le quali sono
rappresentate in tutti i consessi.