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AIUTO AI RIFUGIATI: FAI CIÒ CHE È NECESSARIO!

Comunicato per la stampa

AIUTO AI RIFUGIATI: FAI CIÒ CHE È NECESSARIO!

Appello del capo del Dipartimento federale di
giustizia e polizia per la giornata nazionale del
rifugiato

Vi sono nel mondo intero 23 milioni di rifugiati
riconosciuti. E noi non possiamo né vogliamo
chiudere gli occhi davanti a questo problema. Oltre
121 000 rifugiati, persone ammesse provvisoriamente
e richiedenti l'asilo vivono attualmente nel nostro
Paese. Si tratta di persone che lasciano dietro di
sé la patria, gli amici, la casa, per cercare
all'estero un nuovo avvenire. Esse non sono
semplicemente alla ricerca di una vita migliore, ma
vengono bensí da noi poiché salute e vita sono, in
patria, esposte a pericolo. Sulla scia della nostra
tradizione umanitaria, siamo chiamati a offrire
protezione e accoglienza alle persone perseguitate
e minacciate, nell'ambito del nostro diritto
d'asilo e seguendo il senso della Convenzione
internazionale sui rifugiati. Fare ciò che è
necessario. Questo significa però anche prestare
aiuto sul luogo degli avvenimenti, come quello, ad
esempio, di grande portata fornito dalla Svizzera
in certe parti della ex Iugoslavia.

Non vogliamo nascondere che la nostra politica
d'asilo è confrontata anche con difficoltà. E
queste sono insite meno nel numero dei richiedenti
l'asilo che non nella varietà della loro origine.
Se in passato erano gruppi etnici compatti,
soprattutto popolazioni europee, a cercare rifugio
nel nostro Paese, giungono negli ultimi anni
persone di altri continenti, contrassegnati da una
molteplicità di culture estranee al nostro modo di
pensare. Esse sono fonte, per la popolazione e le
autorità, di compiti complessi. Quest'ultime si
vedono costrette ad agire immediatamente in materia
di legislazione e d'approntamento
dell'infrastruttura necessaria. Con i provvedimenti
presi la situazione ha potuto in ampia misura
essere stabilizzata. Anche le tendenze xenofobe
esistenti in singole parti della popolazione,
sfociate in deplorevoli soprusi contro concittadini
stranieri, hanno per fortuna potuto essere
contenute.

Una nuova questione che preoccupa il nostro, quanto
anche altri Stati dell'Europa occidentale, è la
coerente esecuzione di istanze oggetto di decisione
negativa, cresciuta in giudicato, visto che
determinati Paesi d'origine degli interessati si
rifiutano di riprendere i loro cittadini. Il nostro
Paese esplicitamente rileva, insieme ad altri
Stati, quanto siffatto atteggiamento sia contrario
alle norme del diritto internazionale pubblico e
farà tutto quanto è in suo potere per accantonare
questa incresciosa situazione.

Piú d'uno si chiederà se, in considerazione della
situazione divenuta qualche po' tranquilla, un
appello per la Giornata del rifugiato abbia ancora
senso. Per me non vi sono dubbi. Vogliamo e
dobbiamo continuare - nel limite delle nostre
possibilità - ad aiutare le persone perseguitate
nel loro Paese e che nel nostro cercano protezione.

Siamo quindi invitati tutti - giovani e anziani,
cittadine e cittadini, ma anche il settore
dell'economia, i media e il mondo politico - a dar
seguito, anche quest'anno, all'appello per la
Giornata nazionale del rifugiato: aiuto ai
rifugiati - fare ciò che è necessario.

Arnold Koller
Capo del Dipartimento federale di giustizia e
polizia

16 giugno 1995