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Trattato di Schengen: buone esperienze pratiche

Comunicato per la stampa

Trattato di Schengen: buone esperienze pratiche

Incontro a scopo dinformazione tra Svizzera e presidenza dellorganizzazione di
Schengen

Rappresentanti della Presidenza e del Segretariato di Schengen e della Svizzera
hanno tenuto un nuovo scambio dinformazioni. Questo incontro, il sesto, si è
svolto, dietro invito della Svizzera, venerdí, ad Agno. I colloqui erano
incentrati sullo stato attuale e sulle prospettive della cooperazione di
Schengen nonché sulle relazioni tra lorganizzazione e la Svizzera, interessata
a una collaborazione più intensa.

La presidenza del gruppo di Schengen, assicurata fino alla fine dellanno dal
Belgio, ha presentato un bilancio positivo della collaborazione svolta
nellambito del Trattato di Schengen. Questo atto internazionale vincola dal 26
marzo 1995 gli Stati del Benelux nonché Germania, Francia, Spagna e Portogallo.
Il Comitato esecutivo di Schengen ha ricorso a provvedimenti, nellintento
ottimizzare lapplicazione del Trattato. In ragione della recente ondata di
azioni terroristiche la Francia continua a procedere ai controlli delle persone
alle frontiere interne di Schengen. Il Trattato di Schengen (art. 2 cpv. 2)
prevede questa clausola di salvaguardia unilaterale ed eccezionale. Gli altri
Stati membri, Italia, Grecia e Austria non soddisfano ancora, per il momento,
le condizioni giuridiche e tecniche che permettano lentrata in vigore del
Trattato. Per quanto attiene agli Stati dellUnione nordica (della quale fanno
parte oltre agli Stati membri dellUE Danimarca, Finlandia e Svezia anche
Norvegia e Islanda) è pure previsto davviare trattative dadesione,
rispettivamente associazione, dopo che questi Stati hanno dichiarato la loro
disponibilità a riprendere, senza riserve, lacquis di Schengen.

La delegazione svizzera ha presentato latteggiamento del Consiglio federale in
merito alle implicazioni della collaborazione, sempre più stretta, tra gli
Stati dellUE nellambito del 3° pilastro di Maastricht (giustizia e sicurezza
interna), risp. del Trattato di Schengen. Per evitare che la Svizzera abbia a
divenire soluzione di ripiego e piattaforma per la migrazione illegale, la
criminalità organizzata transfrontaliera o per le attività terroristiche ed
estremistiche. Il Consiglio federale intende intensificare la collaborazione
con gli Stati adiacenti e gli altri Stati dellUE nel settore della sicurezza
interna. Dovrebbe così essere anche possibile evitare che debbano avvenire,
alla frontiera esterna svizzera, controlli sistematici a tappeto, causa così di
perturbamenti del traffico.

Indipendentemente dalle condizioni giuridiche poste dal Trattato per ladesione
di Paesi terzi, la questione se la Svizzera desideri partecipare al Trattato di
Schengen e, se del caso, in quale forma, è per il momento ancora irrisolta.
Poiché la partecipazione sarebbe vincolata alla rinuncia a qualsiasi controllo
alla frontiera, un progetto del genere sarebbe in ogni caso concepito soltanto
a lunga scadenza e a condizione che siano disponibili le necessarie misure
compensatrici. La delegazione svizzera ha inoltre informato che un gruppo di
lavoro ha ottenuto mandato di chiarire le esigenze dordine legale e tecnico di
unadesione al Trattato di Schengen e le relative conseguenze per la sicurezza
interna della Svizzera e sul corpo delle guardie di confine.

La Delegazione della Presidenza di Schengen è cosciente che il sistema ha
implicazioni anche sulla Svizzera e che è nellinteresse delle due Parti
lattuazione di una più stretta collaborazione. Le due Delegazioni hanno
espresso lintenzione di ricercare di comune intesa soluzioni pragmatiche e
puntuali. La delegazione svizzera fa valere il fabbisogno urgente di
cooperazione soprattutto per quanto concerne il traffico frontaliero nonché nel
settore della politica e della pratica dei visti, risp. della lotta contro la
migrazione illegale.

Al termine dei colloqui ufficiali, lAmministrazione federale delle dogane e la
polizia cantonale ticinese hanno dato, agli ospiti, accesso alla loro attività
nei posti di frontiera di Chiasso.

La delegazione della Presidenza di Schengen era diretta da Frank de Mot,
direttore generale nel Ministero dellinterno belga, presidente in carica del
Gruppo centrale. Robert Eugster, vicedirettore dellUfficio federale degli
stranieri era a capo della delegazione svizzera. Le due delegazioni sono state
accolte dal direttore del dicastero ticinese della giustizia, consigliere di
Stato Alex Pedrazzini.

Berna/Agno, 8 dicembre 1995

DIPARTIMENTO FEDERALE DI GIUSTIZIA E POLIZIA
Servizio informazione e stampa