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Richiedenti l'asilo respinti provenienti dal Kosovo: termini d'allonta

Comunicato per la stampa

Richiedenti lasilo respinti provenienti dal Kosovo: termini dallontanamento
prorogati fino alla fine di luglio del 1996

E tuttora bloccato il rimpatrio nella Repubblica federale di Jugoslavia dei
richiedenti lasilo respinti nonché degli stranieri illegalmente residenti nel
nostro Paese. Belgrado rifiuta, dal novembre 1994, di consentire a tali persone
il ritorno in Patria, violando così un principio di diritto internazionale
pubblico, riconosciuto generalmente. Per tale motivo, il Consiglio federale
sera visto costretto prorogare il termine dallontanamento delle persone
interessate dapprima fino alla fine di maggio del 1995 e poi, in un secondo
tempo, fino alla fine di gennaio del 1996. Poiché al momento attuale non è
ancora possibile effettuare rimpatri - nonostante le speranze giustificate
concernenti un prossimo sblocco della situazione - il Consiglio federale ha
deciso, lunedì, unulteriore proroga del termine di sei mesi.

Questa decisione tocca oltre 7000 richiedenti lasilo respinti, provenienti
dalla Repubblica federale di Jugoslavia; iI 95 per cento circa dei quali è
originario del Kosovo. Complessivamente si trovano nellEuropa occidentale circa
340000 richiedenti lasilo provenienti dalla Repubblica federale di Jugoslavia.
Oltre alla Svizzera sono coinvolti dallatteggiamento di Belgrado soprattutto e
in misura prevalente anche gli Stati seguenti: Repubblica federale di Germania,
Austria Svezia e Danimarca. La Svizzera ha concordato insieme a questi Stati,
segnatamente con la Repubblica federale di Germania, di assumere una posizione
comune e di coordinare lulteriore modo di procedere. Di comune accordo sintende
riprendere al più presto il rimpatrio. Il rifiuto di riaccogliere i propri
cittadini è stato motivato dal Governo di Belgrado con il fatto che la
Jugoslavia è vittima di sanzioni dordine economico in ragione della guerra nei
Balcani. Questa situazione si è però nel frattempo allentata, grazie allaccordo
di pace firmato a Dayton; sono così aumentate notevolmente le prospettive di
miglioramento per quanto concerne la disponibilità di Belgrado a mutare
atteggiamento. Il Consiglio federale ritiene che occorra far dipendere lintero
limpegno nellambito delle misure dassistenza (aiuto alla ricostruzione, aiuto
economico), eccettuato laiuto a livello umanitario, dalla questione della
riaccettazione dei propri cittadini.
Il Consiglio federale esclude, vista la situazione attuale, di ordinare
ammissioni provvisorie nei confronti delle persone interessate. Queste misure
sono ordinate soltanto quando lesecuzione è resa impossibile e nei casi in cui
tale impossibilità perduri per un periodo imprevedibile. Lultima condizione non
è attualmente, a detta del Consiglio federale, soddisfatta. Lammissione
provvisoria creerebbe inoltre nei richiedenti lasilo respinti la speranza in un
soggiorno prolungato in Svizzera. La concessione e labrogazione successiva di
ammissioni provvisorie per oltre 7000 casi causerebbe inoltre un dispendio
amministrativo non imponibile, senza che daltra parte lo statuto dei
richiedenti lasilo avesse a migliorare in misura rilevante.

18 dicembre 1995

DIPARTIMENTO FEDERALE DI GIUSTIZIA E POLIZIA
Servizio informazione e stampa

Ulteriori informazioni:
Roger Schneeberger, Ufficio federale dei rifugiati, tel. 031/ 325 93 50