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Protocollo II riveduto della Convenzione del 1980 su talune armi classiche; partecipazione della Svizzera alla seconda conferenza annuale a Ginevra, dall'11 al 13 dicembre 2000

DIPARTIMENTO FEDERALE
DEGLI AFFARI ESTERI                                Berna, 12 dicembre 2000

Comunicato stampa

Protocollo II riveduto della Convenzione del 1980 su talune armi classiche;
partecipazione della Svizzera alla seconda conferenza annuale a Ginevra,
dall'11 al 13 dicembre 2000

La seconda conferenza annuale relativa al Protocollo II riveduto nel 1996
sul divieto o la limitazione dell'impiego di mine, trappole e altri
dispositivi si terrà a Ginevra dall'11 al 13 dicembre 2000. L'attuazione del
Protocollo II riveduto sarà discussa dai 58 Stati parte, dagli Stati
osservatori, dal CICR, da rappresentanti di organizzazioni intergovernative
e non governative, nonché da esperti.

Il Protocollo II si iscrive nella scia della Convenzione del 1980 sul
divieto o la limitazione dell'impiego di talune armi classiche, e mira a
garantire il rispetto del principio secondo cui il diritto di nuocere al
nemico non è illimitato. In quanto accordo-quadro, questa convenzione
contiene le disposizioni generali applicabili al Protocollo II riveduto e a
tre altri Protocolli relativi a talune armi. Nel quadro stabilito dalla
Convenzione possono essere formulati altri divieti o limitazioni dell'
impiego di talune armi classiche.

Il Protocollo II riveduto non prevede un divieto generale delle mine
antiuomo come invece previsto dalla Convenzione sul divieto dell'impiego,
del deposito, della fabbricazione e della fornitura delle mine antiuomo e
sulla loro distruzione (Convenzione sul divieto delle MAU; Processo di
Ottawa). Esso costituisce un complemento utile alla Convenzione sul divieto
delle MAU: aderendo al Protocollo II riveduto, i numerosi Stati che non sono
parte alla Convenzione sul divieto delle MAU si impegnano a limitare in modo
significativo l'impiego di mine antiuomo. Contrariamente alla Convenzione,
il Protocollo II riveduto si applica, oltre alle mine antiuomo, alle mine
anticarro e ad altri dispositivi. Può dunque fungere da base per un dialogo
più globale in questo ambito.

Fedele alla tradizione umanitaria, la Svizzera sottolineerà durante la
conferenza l'importanza del Protocollo II riveduto e si impegnerà in favore
dell'attuazione e del controllo del rispetto dell'insieme delle disposizioni
adottate.

Per ulteriori informazioni, rivolgersi all'ambasciatore Christian Faessler,
capo della delegazione svizzera e rappresentante permanente della Svizzera
presso la Conferenza sul disarmo, a Ginevra (tel. 022 / 749 24 30).