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Tassa di smaltimento anticipata sulle bottiglie in vetro

COMUNICATO STAMPA

Tassa di smaltimento anticipata sulle bottiglie in vetro

Il Consiglio federale ha deciso d'introdurre una tassa di smaltimento
anticipata sulle bottiglie in vetro per bevande. Sinora i Comuni pagavano 30
milioni di franchi l'anno per la raccolta e il riciclaggio del vetro usato.
Ora saranno in primo luogo i produttori e gli importatori a dover far fronte
a detti costi. Per ogni bottiglia di vetro sarà prelevata una tassa che
presumibilmente oscillerà tra i 3 e i 7centesimi. Il Consiglio federale ha
inoltre eliminato il divieto concernente le bottiglie per bevande in PVC.
Per queste ultime, in futuro varrà l'obbligo del deposito e della ripresa.

L'ordinanza sugli imballaggi per bevande (OIB) ha dato buoni risultati
durante i dieci anni seguiti alla sua entrata in vigore nel 1990. In
Svizzera hanno visto la luce sistemi efficaci di raccolta per imballaggi in
vetro, lattine d'alluminio e bottiglie in PET. Sul piano internazionale, il
nostro Paese occupa una posizione di punta per quanto riguarda il tasso di
riciclaggio. Tuttavia, non in tutti i casi il finanziamento della raccolta è
stato risolto in maniera soddisfacente.

Nuovo finanziamento della raccolta del vetro usato

In Svizzera, ogni anno vengono utilizzate circa 300'000 tonnellate di vetro
da imballaggio e raccolte circa 280'000 tonnellate di vetro usato. La
raccolta, il trasporto e il riciclaggio del vetro usato costano ai Comuni in
media 120 franchi a tonnellata. Tale onere finanziario causato dalla
raccolta del vetro usato ha portato a rimostranze dei Comuni. Inoltre, esso
contravviene al principio di causalità fissato nella legge sulla protezione
dell'ambiente. Poiché il settore interessato non è riuscito ad organizzare
un sistema di finanziamento su base facoltativa per il riciclaggio del vetro
usato, la Confederazione - nel quadro di una revisione dell'OIB - ha deciso
d'introdurre una tassa di smaltimento anticipata sulle bottiglie per bevande
in vetro. In futuro sottostaranno all'ordinanza tutte le bevande - ad
eccezione del latte e dei prodotti da esso derivati - compresi il vino, gli
alcolici, i succhi di frutta, ecc.

L'ammontare esatto della tassa che i produttori e gli importatori di
bottiglie in vetro dovranno versare sarà fissato dal Dipartimento federale
dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (ATEC). Per
le bottiglie da 7 decilitri si prevede un importo da 5 a 7 centesimi circa.
Detto sistema permetterà di finanziare segnatamente la raccolta e il
trasporto del vetro usato destinato al riciclaggio, la pulizia e la
separazione delle bottiglie ancora intere, nonché la pulizia e il
condizionamento delle schegge di vetro. L'Ufficio federale dell'ambiente,
delle foreste e del paesaggio (UFAFP) incaricherà un'organizzazione privata
del prelievo e dell'amministrazione della tassa. La gara d'appalto verrà
indetta prossimamente.

Bottiglie in PVC: deposito invece del divieto

Le bottiglie fabbricate nella materia plastica "cloruro di polivinile" (PVC)
erano sinora vietate. Il divieto risaliva agli anni '80 e all'epoca era
pienamente giustificato sul piano ecologico. Un tempo le bottiglie in PVC
venivano utilizzate per l'acqua minerale naturale. Se viene bruciato in
impianti d'incenerimento dei rifiuti urbani (IIRU), il PVC produce acido
cloridrico. Inoltre, esso è un fattore di disturbo per il riciclaggio delle
bottiglie in PET.

Entrambi i problemi sono nel frattempo stati ampiamente risolti. I sistemi
di lavaggio dei gas di scarico, di cui sono dotati gli IIRU, permettono di
rimuovere e neutralizzare l'acido cloridrico. Inoltre, gli odierni impianti
di separazione riescono a distinguere automaticamente le bottiglie in PVC da
quelle in PET, di modo che il riciclaggio di queste ultime non sia più messo
in pericolo. L'impiego di bottiglie in PVC sta fortemente regredendo sul
mercato europeo, in quanto si preferisce utilizzare le bottiglie in PET,
meno costose e più ecologiche. Il divieto di bottiglie in PVC, quindi, non è
più necessario. D'ora in poi, il commercio sarà tenuto a prelevare un
deposito su dette bottiglie. I venditori, inoltre, devono riprendere le
bottiglie in questione e conferirle al riciclaggio.

Il settore delle bevande e l'UFAFP calcolano che in Svizzera, una volta
eliminato il divieto, saranno vendute al massimo 300 tonnellate di bottiglie
in PVC all'anno. Grazie al deposito, oltre l'85% di esse potrà essere
riciclato. Negli IIRU giungeranno così al massimo 50 tonnellate di detta
sostanza. Se confrontato con le 20'000 tonnellate di PVC provenienti da
altre fonti, che annualmente sono bruciate negli IIRU, questo carico
supplementare esiguo risulta ecologicamente sopportabile.

Un deposito in caso di restituzione insufficiente

L'OIB chiede anche per il futuro un sistema di riciclaggio ben rodato e
capillare per le bottiglie in vetro, le lattine d'alluminio e le bottiglie
in PET. Almeno il 75% delle bottiglie e delle lattine va riciclato. Se tale
quota non è raggiunta, potrà essere istituito un deposito sugli imballaggi
nel rispettivo materiale.

La revisione dell'ordinanza sugli imballaggi per bevande (OIB) entra in
vigore il 1° giugno 2001. Il Dipartimento ATEC stabilirà la data a partire
dalla quale dovrà essere versata la tassa.

Berna, 7 luglio 2000

ATEC Dipartimento federale dell'Ambiente, dei Trasporti, dell'Energia e
delle Comunicazioni
Servizio stampa

Informazioni

Hans-Peter Fahrni, capo della divisione Rifiuti, Ufficio federale dell'
ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP), tel. 031 322 93 28.
Hansjörg Buser, sezione Imballaggi e beni di consumo, Ufficio federale
dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP), tel. 031 324 94 13.
Peter Gerber, sezione Imballaggi e beni di consumo, Ufficio federale
dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP), tel. 031 322 80 57