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Le sette o i movimenti indottrinanti in Svizzera

Le sette o i movimenti indottrinanti in Svizzera
Risposta del Consiglio federale al rapporto della Commissione della gestione
del Consiglio nazionale

Il Consiglio federale non ritiene di aver motivo di formulare una politica
specifica in merito alla questione delle sette visto che da anni persegue
una pratica chiara e coerente nei confronti di sette e di movimenti
indottrinanti. Il rapporto sulle sette della Commissione della gestione
(CdG) del Consiglio nazionale porta la discussione su argomenti importanti,
ma il Consiglio federale, nella sua risposta, sottolinea la protezione dei
diritti fondamentali, in particolare della libertà di culto e di coscienza.

Il 1° luglio 1999, la CdG del Consiglio nazionale ha presentato al Consiglio
federale un rapporto sulle sette in Svizzera pregandolo di esprimere un
parere in proposito sino a settembre 2000. La CdG ha trattato un argomento
significativo nella nostra società. Di fronte alle notizie sul destino di
persone cadute in una dipendenza psicologica e fisica di gruppi
indottrinanti, la richiesta di un intervento statale in grado di proteggere
le persone colpite ed i loro congiunti è comprensibile. Tuttavia, lo Stato
deve considerare i limiti dell'ordinamento giuridico, rispettare la libertà
di culto e di coscienza e tener conto della struttura federalista della
Svizzera. Formulare una "politica delle sette" non è dunque compito del
Consiglio federale. Questo atteggiamento coerente in materia di questioni
che riguardano la religione e le sette è stato espresso anche in passato
nelle risposte ad interventi parlamentari.
Il Consiglio federale dunque risponde in questo modo alle domande della CdG:
- la Confederazione, nel quadro delle competenze affidatele, giudica
sufficenti o addirittura soddisfacenti l'applicazione e l'esecuzione della
legislazione negli ambiti protezione dei bambini, protezione dei consumatori
e sanità.
- Il coordinamento ed il flusso delle informazioni all'interno
dell'amministrazione federale possono essere migliorati, mentre la creazione
 di un organo federale di informazione e consulenza deve essere rifiutato.
- Possono essere esaminate misure atte ad informare in modo mirato gli
organi interessati (scuole, organizzazioni giovanili, consultori, polizia e
autorità giudiziaria, ecc.) sulla situazione giuridica e ad incitare un
comportamento conveniente nel trattare con le persone colpite. Tuttavia il
Consiglio federale ritiene che non sia in prima linea compito della
Confederazione informare ad ampio raggio al riguardo.
- Sarebbero auspicabili attività di ricerca interdisciplinare le quali,
tuttavia, dovrebbero essere avviate e portate avanti in primo luogo dalle
università e da altri istituti di ricerca e non dal Consiglio federale. D'
altra parte se a medio termine un'importante necessità di ricerca si
rivelasse necessaria il Consiglio federale, nella pianifi-ca-zione dei
futuri Programmi di ricerca nazionale, accorderebbe la debita attenzione all
'argomento.
Segreteria generale DFI, Michele Galizia, Tel. 031 324 13 31
Risposta del Consiglio federale al rapporto della Commissione della gestione
del Consiglio nazionale

Il Consiglio federale non ritiene di aver motivo di formulare una politica
specifica in merito alla questione delle sette visto che da anni persegue
una pratica chiara e coerente nei confronti di sette e di movimenti
indottrinanti. Il rapporto sulle sette della Commissione della gestione
(CdG) del Consiglio nazionale porta la discussione su argomenti importanti,
ma il Consiglio federale, nella sua risposta, sottolinea la protezione dei
diritti fondamentali, in particolare della libertà di culto e di coscienza.

Il 1° luglio 1999, la CdG del Consiglio nazionale ha presentato al Consiglio
federale un rapporto sulle sette in Svizzera pregandolo di esprimere un
parere in proposito sino a settembre 2000. La CdG ha trattato un argomento
significativo nella nostra società. Di fronte alle notizie sul destino di
persone cadute in una dipendenza psicologica e fisica di gruppi
indottrinanti, la richiesta di un intervento statale in grado di proteggere
le persone colpite ed i loro congiunti è comprensibile. Tuttavia, lo Stato
deve considerare i limiti dell'ordinamento giuridico, rispettare la libertà
di culto e di coscienza e tener conto della struttura federalista della
Svizzera. Formulare una "politica delle sette" non è dunque compito del
Consiglio federale. Questo atteggiamento coerente in materia di questioni
che riguardano la religione e le sette è stato espresso anche in passato
nelle risposte ad interventi parlamentari.
Il Consiglio federale dunque risponde in questo modo alle domande della CdG:
- la Confederazione, nel quadro delle competenze affidatele, giudica
sufficenti o addirittura soddisfacenti l'applicazione e l'esecuzione della
legislazione negli ambiti protezione dei bambini, protezione dei consumatori
e sanità.
- Il coordinamento ed il flusso delle informazioni all'interno
dell'amministrazione federale possono essere migliorati, mentre la creazione
di un organo federale di informazione e consulenza deve essere rifiutato.
- Possono essere esaminate misure atte ad informare in modo mirato gli
organi interessati (scuole, organizzazioni giovanili, consultori, polizia e
autorità giudiziaria, ecc.) sulla situazione giuridica e ad incitare un
comportamento conveniente nel trattare con le persone colpite. Tuttavia il
Consiglio federale ritiene che non sia in prima linea compito della
Confederazione informare ad ampio raggio al riguardo.
- Sarebbero auspicabili attività di ricerca interdisciplinare le quali,
tuttavia, dovrebbero essere avviate e portate avanti in primo luogo dalle
università e da altri istituti di ricerca e non dal Consiglio federale. D'
altra parte se a medio termine un'importante necessità di ricerca si
rivelasse necessaria il Consiglio federale, nella pianifi-ca-zione dei
futuri Programmi di ricerca nazionale, accorderebbe la debita attenzione all
'argomento.
Segreteria generale DFI, Michele Galizia, Tel. 031 324 13 31