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Dichiarazione del Consiglio federale relativa al rapporto sulle transazioni in oro

Dichiarazione del Consiglio federale relativa al rapporto intermedio sulle
transazioni in oro

Il Consiglio federale ha preso conoscenza del rapporto intermedio "La Svizzera
e le transazioni in oro durante la Seconda Guerra mondiale" della Commissione
indipendente di esperti Bergier e ringrazia gli esperti svizzeri e
internazionali per il lavoro svolto.

Il Consiglio federale considera le conclusioni raggiunte una buona base per una
discussione ampia e oggettiva su questo particolare capitolo della storia
svizzera durante la Seconda Guerra mondiale. Riguardo alla questione dell´oro,
il Consiglio federale può così trarre oggi le seguenti conclusioni:

Nel suo rapporto, la Commissione indipendente di esperti conferma le cifre
pubblicate dalla BNS e già fornite dalla letteratura scientifica relative
all´oro che la BNS ha acquistato dalla Reichsbank tedesca. Ne chiarisce i
retroscena e le implicazioni economiche e monetarie. Essa conferma pure che
attraverso la BNS notevoli quantità di oro giunsero in Paesi terzi come il
Portogallo, la Svezia e la Romania.

Secondo gli esperti, la BNS ha accettato l´oro non tanto per conseguire utili
(18,4 milioni dal commercio di oro accettato dalla Reichsbank) quanto
prioritariamente per garantire la copertura aurea e la convertibilità del
franco, per assicurare l´approvvigionamento del Paese e salvaguardare
l´efficienza della piazza finanziaria svizzera. Soprattutto dopo il blocco dei
beni svizzeri, imposto nel 1941 dagli Stati Uniti, la BNS ha potuto condurre la
sua politica monetaria e valutaria soltanto in condizioni estremamente
difficili.

Oggi, è tuttavia difficile per il Consiglio federale comprendere per quale
ragione i responsabili di allora non abbiano agito con la necessaria
sensibilità per le considerazioni morali e politiche e non abbiano tratto le
relative conclusioni. Al dire della Commissione, dal 1943 era infatti chiaro
che le forniture della Reichsbank tedesca potevano comprendere anche oro delle
Banche centrali dei Paesi occupati.

Secondo il Consiglio federale il rapporto non fornisce novità sostanziali e non
offre alcuna base per nuove richieste, confermando così la decisione di non
rinegoziare l´accordo di Washington. In contropartita del pagamento di 250
milioni di franchi, nel 1946 gli Alleati si sono impegnati a rinunciare nei
confronti della Svizzera a qualsiasi ulteriore pretesa in relazione con l´oro
ch´essa aveva accettato durante la guerra dalla Reichsbank tedesca. Come
confermato anche dagli esperti indipendenti, gli Alleati erano già ampiamente
informati sulle transazioni in oro fin dall´inizio dei negoziati.

Il rapporto conferma e precisa il fatto che, con le forniture della Reichsbank
tedesca, in Svizzera giunse anche oro sottratto dai nazisti alle vittime dei
campi di concentramento, sotto forma di lingotti (complessivamente 119,5 kg,
per un valore di 582´000 franchi). Anche se, secondo la Commissione, non
esistono indizi per affermare che i responsabili della BNS fossero a conoscenza
di questo fatto, il Consiglio federale ne è colpito, essendo consapevole che
questo oro nasconde l´indicibile sofferenza delle vittime della persecuzione
nazista.

Il Consiglio federale intende fare chiarezza sul nostro passato, secondo i
principi di verità, di giustizia e di solidarietà cui ha deciso di ispirarsi.
Riguardo alle transazioni in oro della BNS, il presente rapporto intermedio
della Commissione indipendente di esperti risponde pienamente a questi
obiettivi.

Un giudizio complessivo sul ruolo della Svizzera durante la Seconda Guerra
mondiale sarà comunque possibile solo sulla base del rapporto finale della
Commissione Bergier.

CANCELLERIA FEDERALE
Servizio dell´informazione

25.5.1998