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Amministrazione federale e corruzione: la minaccia è minima

Comunicato stampa

Amministrazione federale e corruzione: la minaccia è minima

La minaccia di corruzione nell´amministrazione federale è minima e le misure di
sicurezza esistenti sono sufficienti. Nondimeno, l´aumento delle esigenze poste
all´attività amministrativa renderà necessari in futuro nuovi standard etici
nello svolgimento dei compiti. È la conclusione alla quale giunge anche
un´inchiesta condotta dal Controllo amministrativo del Consiglio federale
(CCF), della quale l´Esecutivo ha preso atto oggi stesso.

In seguito a diversi comportamenti contrari ai doveri del funzionario e con
riferimento agli interventi parlamentari in questo senso, il Consiglio federale
ha incaricato il 15 gennaio 1997 il proprio Controllo amministrativo di
inventariare le minacce di corruzione e le misure di sicurezza
nell´amministrazione federale, di valutare la sicurezza e di sottoporgli
eventuali proposte di miglioramento. Grazie al sostegno dei Dipartimenti, hanno
potuto essere individuate tutte le attività dei servizi, degli uffici e dei
Dipartimenti dell´Amministrazione centrale della Confederazione (compresi FFS
PTT e PF) suscettibili di minacce di corruzione, nonché le principali misure di
sicurezza. Non sono invece state inventariate le minacce soggettive e di
carattere personale. In questo senso è stato definito corrotto il comportamento
delle persone che esercitano compiti pubblici e violano i doveri di funzione
per ottenere vantaggi ingiustificati di qualsiasi natura.

L´inchiesta corrisponde a un´istantanea dell´Amministrazione centrale della
Confederazione nel 1997. Dalla stessa risulta che nella maggior parte delle
attività inventariate la minaccia di corruzione è minima e che le misure di
sicurezza possono essere considerate sufficienti. Quest´immagine positiva è
confermata da un raffronto a livello internazionale.

La maggior parte delle attività minacciate da corruzione si situa nel settore
degli acquisti, dell´accesso a informazioni preziose, delle autorizzazioni e
della vigilanza statale in materia di esecuzione; il 65 per cento di tutte le
attività inventariate rientra in queste categorie. La minaccia aumenta con il
vantaggio economico che ne può derivare a un terzo, con l´intensificazione
delle relazioni tra i funzionari e i destinatari della misura d´esecuzione e
con l´aumento del margine di apprezzamento dell´amministrazione.

Una condotta integra dell´amministrazione e la trasparenza dei processi
decisionali, come pure il buon funzionamento dei controlli dello svolgimento
degli affari e dell´adempimento dei compiti costituiscono le migliori misure di
sicurezza contro le minacce di corruzione. Queste misure di sicurezza non si
rivelano altrettanto buone in tutti i settori di attività. L´accesso a
informazioni preziose, l´assegnazione di sussidi e il settore delle vendite
della Confederazione evidenziano un maggiore deficit di sicurezza rispetto ai
settori tradizionalmente più esposti alle minacce di corruzione, come quello
degli acquisti e delle autorizzazioni, che dispongono di efficaci misure di
protezione.

Soltanto una lieve percentuale delle attività inventariate palesa un´eventuale
necessità di intervento, in quanto vi sono state ravvisate minacce di
corruzione di maggiore entità che non possono essere sufficientemente
contenute. Dal canto loro i Dipartimenti e gli uffici hanno già iniziato a
colmare le eventuali lacune del sistema di sicurezza. L´inchiesta ha inoltre
evidenziato che i funzionari sono altamente sensibili a questo tema.

In futuro la minaccia di corruzione sull´amministrazione pubblica potrebbe
anche inasprirsi in seguito a nuove sfide: la criminalità economica e
organizzata si estende. La liberalizzazione e la deregolamentazione dei compiti
dello Stato, la subornazione transfrontaliera, le nuove forme di gestione
amministrativa (p. es. nell´ambito del New Public Management), come pure
l´accresciuta importanza data allo svolgimento dei compiti dello Stato
all´infuori dell´amministrazione centrale (il settore parastatale) potrebbero
rivelarsi motivo di maggiore insicurezza e di maggiore minaccia di corruzione.

Nel corso degli ultimi anni gli Stati membri dell´OCSE e altre organizzazioni
(ONU, UE) hanno reagito a queste nuove sfide con l´adozione e l´introduzione di
nuove norme etiche di comportamento e di standard nello svolgimento dei compiti
(Codes of Conduct, checklist di comportamento). Per quanto concerne
l´Amministrazione centrale della Confederazione, questi standard di cultura
amministrativa costituiscono indubbiamente una buona base per garantire
l´efficacia delle misure di sicurezza esistenti. In considerazione delle nuove
sfide il CCF propone nondimeno di accordare maggiore attenzione alla tematica
della corruzione e dell´etica e di elaborare di un codice di comportamento da
integrare nella formazione e nel perfezionamento a livello dipartimentale.

CANCELLERIA FEDERALE
Servizio di informazione

20.5.1998

Informazioni:
CCF, Armin Kühne, tel. 031 322 70 08, E-Mail armin.kuehne@bk.admin.ch