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Come turista all'estero - chi aiuta in caso

Comunicato per la stampa

Come turista all'estero - chi aiuta in caso
di bisogno?

Nel 1994, 403 (nel 1993: 493) cittadini svizzeri si
sono trovati, in occasione di un viaggio all'estero,
in difficoltà d'ordine finanziario e si sono rivolti
quindi a una rappresentanza diplomatica o consolare
svizzera. Grazie alla collaborazione con l'Ufficio
federale di polizia (UFP) è quindi stata fornita
l'assistenza necessaria: a questo proposito è stata
erogata la somma totale di fr. 179'877.-- (1993: fr.
248'070.--). I singoli anticipi ammontavano in media
a fr. 446.-- (1993: fr. 503.--). Le più numerose
sono state le richieste d'aiuto provenienti da
Tailandia (42), Francia (40), Spagna (34), Italia
(20), Brasile e Cecoslovacchia (17 cadauno) e Stati
Uniti (16).

I cittadini svizzeri che risiedono per un breve
periodo soltanto all'estero (fino a tre mesi) senza
costituirvi domicilio, non sono considerati Svizzeri
all'estero e non possono essere sostenuti, in caso
di bisogno, neppure in base alla legge federale del
21 marzo 1973 su prestazioni assistenziali agli
Svizzeri all'estero (LASE). Dietro richiesta e a
determinate condizioni, la Confederazione concede
loro però piccoli anticipi risp. mutui senza
interesse, affinché questi nostri concittadini
possano, fino a che si saranno procurati mezzi
finanziari propri, sopravvivere oppure liquidare le
spese mediche o ospedaliere o ancora finanziare il
viaggio di rientro in patria. E' invece escluso il
finanziamento della prosecuzione del viaggio verso
uno Stato terzo o il versamento di denaro necessario
a sopperire alle spese per prolungare le vacanze. Il
destinatario dell'aiuto pecuniario si impegna per
scritto a restituire l'anticipo ottenuto entro un
termine di 60 giorni.

Le persone che ricorrono all'aiuto delle nostre
rappresentanze all'estero sono per lo più
concittadini che durante un viaggio di vacanze
vengono a trovarsi in difficoltà per ragioni
d'ordine finanziario, amministrativo o ancora per
altri motivi. In molti casi queste persone devono
chiedere aiuto perché non hanno preparato con la
cura che s'impone il viaggio che intendono fare, non
hanno concluso le assicurazioni necessarie o
addirittura hanno iniziato il viaggio all'estero
disponendo di mezzi troppo esigui. Le prestazioni
d'aiuto ai cittadini svizzeri che si sono recati in
Paesi lontani presentano spesso difficoltà, ad
esempio quando il rimpatrio è possibile, ma soltanto
in condizioni ardue. In casi di questo genere gli
esborsi possono essere anche dell'ordine di decine
di migliaia di franchi, sfociando così in un
aggravio finanziario molto sensibile per le persone
che devono a conclusione delle azioni di rimpatrio
restituire somme tanto rilevanti.

Inoltre ogni anno vanno perdute - o sono rubate -
alcune migliaia di passaporti svizzeri. Se un
passaporto vien perduto all'estero, costa poi tempo,
denaro e grandi riserve di pazienza procurarsi un
nuovo documento presso la rispettiva rappresentanza
svizzera (ambasciata, consolato generale,
consolato). Il Dipartimento federale di giustizia e
polizia (DFGP) raccomanda quindi, in vista della
partenza per le vacanze e durante il viaggio, o di
portare con sé i documenti personali (passaporto,
carta d'identità, licenza di condurre e licenza di
circolazione) o ancora di depositarli nella
cassaforte dell'albergo. La camera d'albergo non
costituisce in nessun modo una sicurezza - come non
lo è l'automobile chiusa a chiave - contro
l'intraprendenza dei ladri. I documenti personali
sono ricercati non meno che il denaro contante. I
passaporti rubati sono sempre più spesso falsificati
e usati poi per scopi criminali.

DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA E POLIZIA
Servizio informazione e stampa

30 giugno 1995